“Carcassa”, “angelo del malaugurio”, “cadavere” tantissimi sono stati gli appellativi dispregiativi con cui è stato definito “Non sono stato forse lo sarò”, ovvero l’installazione artistica di Pippo Galipò che dal 2011 è stata collocata a Piazza Cairoli nell’ambito di un contest natalizio. Dell’angelo ingabbiato soltanto una sagoma fatiscente era rimasta dopo sette lunghi anni passati sotto tutti gli agenti atmosferici e davanti agli occhi indiscreti e cattivi dei cittadini che da oggi non lo vedranno più. Forse mai più. O almeno, lì. Questa mattina l’Università di Messina ha prelevato l’opera per portarla al Dipartimento di Beni culturali al plesso dell’Annunziata dove sarà restaurato. Non è detto che l’installazione sarà collocata nuovamente all’incrocio fra la Via Garibaldi e la via Tommaso Cannizzaro dove è stata finora, accanto al semaforo. Si sta valutando, infatti, di ricollocarla nel plesso dell’Annunziata dell’Ateneo.
Già il 4 agosto la consigliera di circoscrizione Debora Buda insieme a Daniele Travisano e Liana Cannata si erano rivolti all’Amministrazione comunale per richiedere un intervento nonché la sostituzione della “carcassa di un’opera d’arte”. “È imbarazzante – avevano sottolineato – Dell’installazione è rimasto “un sacco a forma di manichino, sventrato nel petto (dal quale una volta usciva una colomba bianca), strappato nelle gambe, ormai completamente devastato dall’opera degli agenti atmosferici e rattoppato con una rete metallica a coprirgli i piedi che di artistico non ha alcunché. È questo il biglietto da visita con il quale intendiamo accogliere i turisti che si dirigono verso una delle due piazze più importanti della città? Perché in questi 7 anni non è mai stato preso nessun provvedimento al riguardo? La nostra è una terra intrisa di arte, cultura e tradizioni. Non possiamo permettere che questo scempio continui a permanere”. (Mar.Pa.)
Il viaggio dell’angelo verso l’UniMe