di Marina Pagliaro – “Per le eccessive strumentalizzazioni in atto rischio la compromissione delle azioni del consiglio comunale per questo motivo anticipo le dimissioni”. Doveva arrivare a Gianfranco Micciché, presidente dell’Ars, dopo il 23 novembre l’ufficializzazione delle dimissioni da deputato all’Ars da parte di Cateno De Luca. Invece durante il comizio di ieri pomeriggio il primo cittadino ha letto la sua lettera ufficiale di dimissioni. “Avrei potuto continuare a essere in carica ma ho deciso di togliere la Signoria vostra dall’imbarazzo istituzionale in cui si trova optando per l’esercizio del mandato elettorale di Sindaco di Messina. – ha proseguito il primo cittadino – Lei, Presidente Micciché, sa che sono innamorato della politica e delle sobrie istituzioni e sa che mai ho espletato i mandati senza tener conto della fiducia riposta in me. La mia attività è prova scolpita negli atti che ho presentato nei mesi da deputato”.
Questa la decisione di De Luca che, ha sottolineato, ha ormai rinunciato definitivamente anche alle dimissioni da sindaco. Tuttavia sarà compito di Danilo Lo Giudice – suo successore a Palazzo d’Orleans – portare la lettera all’ARS (questa la clausola del primo cittadino sottolineata fra le righe durante il comizio). “La mia è una politica del fare a cospetto delle chiacchiere. – ha continuato De Luca – Ho indugiato per qualche mese in più nel doppio ruolo non per approfittare della circostanza che la legge non prevede ma perché avevo la necessità di poter esercitare una necessaria azione di persuasione verso il consiglio comunale e per ottenere provvedimenti importanti che la città di Messina necessita”.
Si dichiara felice e spregiudicatamente libero adesso Cateno De Luca che non ha voluto aspettare la rimodulazione del piano di riequilibro prima di abbandonare definitivamente Palermo. “Non vivo di politica, anzi, la mia vita politica è solo una piccola rendita da lavoro di dirigente aziendale che svolgo – ha aggiunto – Solo gli stolti non comprendono che non mi interessano blasonati ruoli da deputati e fare il sindaco è, in confronto, rinunciare a oltre 10 mila euro al mese e votarsi a consistenti sacrifici di varia natura. Amo più fare il sindaco che parlamentare; conto di continuare a essere amministratore di palazzi di governo e non politico di palazzi di potere“. A questo punto responsabilità del consiglio comunale e dei sindacati decidere se andare avanti per la strada del Salva Messina. “In caso di corto circuito andremo tutti a elezione – ha chiosato a riguardo De Luca – Ora tocca a tutti andare contro le lobby che lucrano sulle risorse pubbliche. Non ho paura di essere travolto da queste caste e a mani nude le fronteggerò”.
Polemico anche verso Palermo e verso il ruolo della Regione: “Adesso basta essere un pachiderma: cerchiamo di essere riferimento per le comunità – ha spiegato – Sono convinto che Danilo Lo Giudice che mi sostituirà fra qualche giorno saprà portare avanti la difesa degli interessi della Sicilia e dei siciliani. Il mio sogno resta quello di tornare all’Ars da Presidente della Regione. Il mio non è un addio ma un arrivederci“.
L’introduzione di Danilo Lo Giudice
A introdurre in piazza il primo cittadino ieri pomeriggio il sindaco di S.Teresa Danilo Lo Giudice che, in difesa del maestro politico De Luca, è intervenuto per spiegare l’infondatezza di qualsiasi strumentalizzazione politica e mediatica della sua “paternità”. In prima battuta infatti il sindaco di Messina aveva rinviato le sue dimissioni da deputato come “sacrificio” in favore del neo papà di Santa Teresa. Circostanza, questa, smentita subito dopo da Cateno De Luca che ha dato lettura pubblica della lettera ufficiale di dimissioni. “La paternità è una grande gioia e invece è stata strumentalizzata da tutti – ha detto Danilo Lo Giudice – Non importa che De Luca si dimetta o no dall’ARS ma che dimostra di aver fatto il Sindaco bene o no. Una cosa è certa: io farò il deputato e mi impegnerò a farlo con voi. Sarò il messinese più messinese raccogliendo l’eredità di De Luca”.
Il comizio
Durante le quasi tre ore di comizio Cateno De Luca si è mantenuto fedele ai temi che più gli stanno a cuore. Una breve parentesi legata alla questione degli stadi ha avviato il discorso del primo cittadino che ha annunciato entro dicembre l’avvio di un bando per l’affidamento della gestione pluriennale degli stadi. Taglia corto sulla vicenda dell’ACR Messina e sulla partita a porte chiuse di domenica scorsa. “Avevo già detto che prima avrei voluto i documenti – ha spiegato – Senza “SCIA” il presidente dell’Acr non può organizzare niente sebbene abbia già fatto diverse volte senza. Avevo posto la scadenza del 12 ottobre e la polizza assicurativa non è arrivata: non cedo alle pressioni di nessuno”. Pressioni che, per il primo cittadino, sono arrivate soprattutto dalla stampa contro cui si è a lungo scagliato per aver “strumentalizzato alcune vertenze – ha detto – che si vogliono anteporre a un Palazzo che ormai non sta più in piedi”.
Ma in questo momento la ferita aperta nel cuore del Salva Messina è per Cateno De Luca quella dei sindacati. Non che in passato i rapporti fossero stati mai rosei ma, a parte la CISAL e la CISL che hanno firmato l’accordo, è scontro con tutti gli altri rappresentanti dei lavoratori. “Ho rispetto dei lavoratori ma ci sono delle decisioni che vanno prese per forza – ha spiegato De Luca – In passato non si doveva stare in silenzio rispetto ai saccheggi delle nostre tasche”. Le associazioni sindacali saranno nuovamente chiamate in causa da venerdì a lunedì per definire i provvedimenti che saranno poi votati dal consiglio comunale. Ma intanto già De Luca sente come vittoria quella di aver coinvolto tutte le sigle. “Io sono il primo sindaco che ha parlato con i sindacati – ha detto – Facile alzarsi e andare via: dico alla UIL e alla CGIL che li aspetto perché anche i loro lavoratori hanno diritto a essere rappresentati. Ma non potete criticarmi perché sono il primo sindaco che ha detto ai dirigenti di stare al loro posto”.
Dopo essersi scagliato genericamente contro le lobby che hanno gestito il servizio di trasporto pubblico, i piani regolatori, la sanità e la gestione dei rifiuti De Luca ha cominciato con le “sorprese della serata”. Fra queste sicuramente un resoconto di quanto fatto durante i primi quattro mesi di amministrazione proseguendo senza dubbio quanto avviato già dalla Giunta Accorinti. “Abbiamo portato avanti l’esproprio per far partire i lavori del Porto di Tremestieri e firmato il protocollo per la legalità – ha spiegato – Abbiamo fatto un bando europeo per la riqualificazione della Fiera e abbiamo creato un nuovo progetto per il Palagiustizia“. Su quest’ultimo il primo cittadino si è a lungo concentrato spiegando che la loro attuale proposta garantirebbe con 20 milioni di euro di investimento la realizzazione di uno spazio di 18 mila metri quadri di spazi. (Contrariamente ai 14 milioni di euro di investimento del progetto attualmente al vaglio che prevederebbe la realizzazione di uno spazio di 9 mila metri quadri). Da dove De Luca prenderebbe i soldi? 14 milioni di euro dal ribasso d’asta e 6 milioni di euro dal risparmio dell’affitto.
Il primo cittadino ha insistito ancora sulle altri provvedimenti a lui cari: l’ordinanza per la messa in sicurezza degli alberi (stanziati 8 milioni di euro per interventi fra il 2019 e il 2010); il risanamento (per cui sono già disponibili 450 alloggi e altri 100 sono in corso di recupero). E sulla sicurezza scolastica drastico ha annunciato lo sciopero della fame se entro l’1 novembre il governo nazionale non approverà la dichiarazione dello stato d’emergenza per Messina. Un inaspettato ringraziamento è andato poi al consiglio comunale. “Devo ammettere che davanti a certe pressioni mediatiche il civico consesso ha resistito – ha specificato De Luca – I consiglieri hanno espresso quel senso di responsabilità che la città vuole ed è uscito un buon Salva Messina. Peccato che la stampa voglia mettere il bavaglio e indebolirmi con la scusa delle dimissioni da deputato dell’Ars”. Dopo aver spigato ulteriormente il contenuto del Salva Messina e i tagli ai servizi sociali, il Sindaco ha già anticipato che non confermerà al Dirigente del dipartimento per i servizi sociali Domenico Zaccone il suo ruolo. Sottolineando poi la situazione debitoria di Atm e MessinaServizi De Luca ha preso ancora di mira Guido Signorino e rinviato, ancora una volta, al consiglio comunale la responsabilità delle sue “dimissioni”.