Inizia a fine ottobre la fase preliminare del processo scaturito dall’operazione Terzo Livello, che ha portato all’arresto dell’ex presidente del consiglio comunale Emilia Barrile e che vede indagati professionisti, politici ed esponenti della criminalità.
Il 29 ottobre sfileranno davanti al Gup Monia De Francesco gli indagati accusati a vario titolo di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, induzione indebita a dare o prometter utilità in concorso, corruzione, detenzione illegale di armi, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, turbata libertà degli incanti, associazione per delinquere, intestazione fittizia di beni, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Il reato più grave contestato dal sostituto procuratore antimafia Fabrizio Monaco è nei confronti di Barrile e per l’ingegnere Francesco Clemente, accusati di aver preso parte ad una associazione per delinquere finalizzata alla commissione di plurimi delitti contro la pubblica amministrazione, tra cui turbata libertà degl incanti e corruzione.
Tra gli accusati anche l’imprenditore Sergio Bommarito, i manager Leonardo Termini (ex presidente dell’Amam) e Daniele De Almagro (direttore generale dell’Atm, adesso sospeso), il costruttore milazzese Vincenzo Pergolizzi, con Teresa Pergolizzi e le figolie Stefania e Sonia.
Coleltti bianchi che siedono sul banco d’accusa con esponenti della criminalità organizzata come Angelo e Giuseppe Pernicone, già coinvolti nell’inchiesta antimafia Matassa sul voto di scambio.
Imputati anche Michele Adige, il commercialista Marco Ardizzone, Elio Cordaro, Angela Costa, l’imprenditore Tony Fiorino, Giovanni Luciano, Vincenza Merlino e Carmelo Pullia.
A chiedere di costituirsi parte civile oltre ad un privato (Lucia Tindara Ajello) anche il Comune di Messina, l’Amam, L’Atm e l’Agenzia delle entrate di Messina.