“Il sindaco De Luca si è nuovamente prodotto in affermazioni gravi e pesanti, dichiarando di essere stato oggetto di pressioni con riferimento al cosiddetto provvedimento “Salvamessina” (da più parti rinominato “Ammazzamessina”).” Questa la nota di Messinaccomuna, che commenta quanto accaduto ieri in aula e le argomentazioni di Cateno De Luca per richiedere al consiglio l’approvazione del Salva Messina parlando anche di pressioni ricevute da alcuni consiglieri.
“Forse queste “pressioni” provengano da Consiglieri Comunali in carica? Lo si potrebbe pensare, visto che a introduzione della seduta consiliare il sindaco ha voluto chiedere l’astensione dalla seduta di tutti i Consiglieri che avessero parenti fino al quarto con interessi o occupazione nei servizi sociali o nelle partecipate. – prosegue – Da che pulpito viene la predica! De Luca è rinviato a giudizio con l’accusa di aver favorito la sua famiglia con interventi edilizi realizzati da sindaco a Fiumedinisi. De Luca ritiene corretto occupare la poltrona di sindaco a Messina, non fare il parlamentare regionale, ma rinunciare al magro emolumento peloritano in favore del lauto compenso palermitano: prendendo soldi (in condizione di incompatibilità) per un lavoro che non svolge! A parte la non correttezza formale della richiesta, il sindaco è nuovamente omissivo.
Senza entrare al momento nel merito dei contenuti di un provvedimento che consideriamo politicamente, tecnicamente e amministrativamente sbagliato nell’impostazione e nelle proposte, riteniamo che il sindaco De Luca non possa lanciare accuse generiche e indistinte su fatti gravi senza essere consequenziale.
È il primo pubblico ufficiale della città e ha il dovere, quando denuncia pressioni, di dire chi le avrebbe esercitate. Aveva già fatto intendere in occasione del bilancio che alcuni Consiglieri avevano cercato di “avvicinarlo” per negoziare il proprio voto. Oggi ripete affermazioni pesanti, che potrebbero configurare comportamenti illeciti. Da pubblico ufficiale ha il dovere di denunciare alla Magistratura i tentativi di ricatto che dichiara di aver subito. Da sindaco ha il dovere di far sapere ai cittadini quali Consiglieri interpretano in maniera indegna del ruolo il compito di rappresentanza della città. – conclude – Presenti immediatamente alla Magistratura un esposto con nomi e cognomi”.