di Marina Pagliaro – Dichiarare il dissesto. Questa è l’unica soluzione per risanare la situazione economica di Messina per il gruppo consiliare del Movimento 5 stelle che questa mattina a Palazzo Zanca prima del consiglio comunale durante il quale si voterà il “Salva Messina” proposto da De Luca per riformulare il piano di riequilibrio, ha incontrato la stampa e reso nota la posizione che il gruppo assumerà in aula. Se per Andrea Argento, capogruppo e consigliere, bisogna “dire di no a un piano che è una macelleria sociale – ha detto – oltre che una misura in cui la privatizzazione ammazzerà Messina”, è Gaetano Sciacca a sottolineare fra le problematiche maggiori vi è quella dei tagli ai posti di lavoro. “De Luca ha proposto un pacchetto di misure irricevibili, vergogna! – ha sottolineato l’ex candidato a sindaco – A rischio ci sono i lavoratori, come quelli di Casa Serena. Loro saranno licenziati mentre i consigli di amministrazione di Amam, Atm, MessinaServizi e A.ri.sme. hanno le risorse”.
A tutela dei servizi sociali, su cui De Luca ha già annunciato un taglio del 50%, è intervenuta Cristina Cannistrà. “I cittadini vivono già il dissesto – ha dichiarato – Che differenza c’è quindi? Noi non ci stiamo soprattutto perché in gioco ci sono i servizi sociali che subiranno drastiche riduzioni incidendo sui servizi essenziali per i cittadini”. Il “no” al riequilibrio è per scongiurare il rischio che, come quello di cinque anni fa, questo possa rivelarsi poco efficace. “Il riequilibrio è un atto di egoismo per la città – ha spiegato il consigliere Cristian Mangano – Accorinti si poteva anche giustificare ma oggi la situazione è diversa. Per questo non dichiarare il dissesto vuol dire tutelare le persone che ci sguazzano”.
Per il Movimento 5 Stelle oggi più che mai è quindi necessario fissare un punto e ripartire. “Il sindaco De Luca ha sempre dichiarato che è stato un criminale chi non ha dichiarato il dissesto nel 2015 – ha detto Francesco Cipolla – Se dal 2013 a oggi i numeri sono peggiorati perché non lo dichiara lui oggi e vuole il riequilibrio?”. “Non è una scelta politica – ha chiosato Serena Giannetto – ma una presa d’atto della situazione critica di questa città”.
Presenti oggi anche i deputati nazionali e regionali Francesco D’Uva, Grazia D’Angelo, Valentina Zafarana e Antonio De Luca. “Il nostro non è un approccio a priori ma la necessità di meditare che si esplicita in una valutazione della situazione – ha detto Valentina Zafarana – Il documento di De Luca è psichedelico: un po’ privatizza e un poi no. Il Sindaco deve fare chiarezza perché i lavoratori non sarebbero tutelati, per esempio. Cristallizzando la situazione si capirebbe quali sono i debiti, chi sono i creditori e se ci sono state irregolarità. I creditori non hanno niente da temere: saranno pagati e si metterebbe fine a questa angoscia”. Dichiarare il dissesto, quindi, servirebbe a Messina a ripartire dopo aver valutato la criticità della situazione che, per i sette consiglieri pentastellati, vive già in una situazione di instabilità. “Serve una operazione verità che ancora non c’è stata – ha spiegato Francesco D’Uva – Ci portiamo dietro una zavorra che persiste da anni mentre ora si deve rilanciare Messina dopo aver fatto il punto”.
Per questi motivi il Salva Messina di Cateno De Luca incassa sette voti contrari che preannunciano una seduta consiliare il cui esito è adesso aperto a tutte le possibilità.