di Frà Giuseppe Maggiore – Ho sempre pensato che la rivoluzione è necessaria quando i veri valori per una pacifica convivenza e i diritti umani vengono calpestati. Non allarmatevi, la rivoluzione di cui parlo io non è fatta con armi da fuoco, ma armi d’Amore: la Parola di Dio, la Preghiera che da essa scaturisce e il saper osare la Fraternità senza alcuna recinzione o barriera.
Non possiamo nascondere che il contesto in cui viviamo è alimentato dall’odio verso chi è diverso dalla massa. Basta essere gay, disabile, straniero, di religione diversa o semplicemente di idee politiche non allineate alla massa e si è respinti, insultati, violentati e anche uccisi.
Oggi si ha paura di accogliere non solo chi viene da lontano, ma anche il coinquilino nuovo che viene ad abitare nel tuo stesso pianerottolo, così come si ha paura di accogliere una persona nel gruppo o associazione o perfino in parrocchia. Si fa fatica a sedersi accanto ad uno sconosciuto anche in chiesa figuriamoci altrove, non c’è alcun dubbio che l’emozione predominante della nostra epoca sia proprio la paura. Non bisogna negare che gli attentati e certi episodi di violenza hanno fatto crescere questa paura accompagnata dall’ansia, ma è anche vero che certe politiche approfittando del momento e soffiando sulla cenere hanno ottenuto consensi costruendo il loro potere proprio sull’emozioni e sentimenti della gente.
Si continua a far leva appunto sulla paura alimentandola con pregiudizi, bombardando la gente con fake news attraverso i social che sono diventati i luoghi privilegiati per catechizzare tutti e denigrare tutti. Non possiamo dimenticare le minacce di morte al Presidente Mattarella e gli insulti al Papa.
Non si fa altro che alimentare la paura dell’altro, la paura dello straniero, la paura del ladro, la paura di restare senza lavoro, la paura di impoverirci. La paura del futuro. Si continua a parlare alla pancia della gente alimentando rabia, odio e disprezzo.
Da ciò che vediamo e da come agiamo sembra aver dimenticato il vero significato dell’essere davvero Cristiani e avere fede nel Cristo Crocifisso che tanto difendiamo, ma che nello stesso tempo strumentalizziamo per legittimare il respingimento del fratello.
In questo clima di continua strumentalizzazione e disinformazione, l’Ufficio Migrantes dell’Arcidiocesi di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela tramite l’instancabile diacono Santino Tornesi, propone per un percorso di preghiera, riflessione e formazione alla luce della Parola di Dio aperto a tutti.
Un percorso di otto tappe, dove grazie a Monsignor Giuseppe Costa, Don Roberto Romeo, Don Piero Di Perri, Fra Gregorio Battaglia, Suor Catena Lo Turco e la Prof.ssa Stefania Feminò, possiamo crescere sui temi dell’accoglienza, della fraternità, dell’ospitalità e del dialogo. Gli incontri inizieranno venerdì 26 ottobre alle ore 19,00 presso la chiesa di Sant’Elia a Messina e termineranno il 17 maggio 2019.
Come precisa il diacono Tornesi, questi incontri sono un tempo di Parola che sussurra al cuore e si fa proposta, che non urla e non si impone.
La Parola va letta, pregata e soprattutto vissuta con la propria vita ponendo segni di amore, osando la fraternità.