Di Clarissa Comunale – Si apre il sipario sul Teatro Clan Off con lo spettacolo pirandelliano Così è (se vi pare), frutto del laboratorio biennale di recitazione del Clan degli Attori, con un adattamento e regia di Giovanni Maria Currò e Mauro Failla.
Per una delle opere di metateatro più famose di Pirandello, tratta dalla novella La signora Frola ed il signor Ponza, suo genero, la scena è completamente fuori dagli schemi: una scena aperta, assenti le quinte, con uno specchio rivolto verso il pubblico. La scena ingloba tutto, il racconto nel salotto dei Laudisi, gli attori nel loro cambio di costumi ed il pubblico spettatore-attore di un enigma irrisolvibile, a tutti noto: da tempo la signora Frola, dirimpettaia dei Laudisi, parla con la propria figlia affacciandosi dalla finestra che dà sul cortile. Si dice che il signor Ponza, suo genero, neo segretario del prefetto del paese, per gelosia non permetta l’incontro di madre e figlia in casa. Uno accusa l’altro di pazzia.
La polivalenza della verità, che esplica tutto il relativismo pirandelliano, mostra una problematica quanto più sperimentabile nel nostro quotidiano: tutti si affannano ad indagare le vite degli altri, ma nessuno si interessa della propria, la più importante e complessa. Per uno strano gioco di indagini, in cui si cerca di trovare colpe di follia alla Signora Frola e al Signor Ponza escono fuori due elementi, che in realtà non scardinano la vicenda: tentando di capire se la figlia di Frola, nonché moglie di Ponza, sia morta o meno e che il Ponza sia convolato a seconde nozze, si ritrova l’atto del secondo matrimonio, che però potrebbe essere stato simulato, e si arriva ad interrogare la stessa Lina/Giulia, figlia/seconda moglie, che conclude lo spettacolo con la celebre battuta “io sono colei che mi si crede”.
L’inganno e la finzione mostrano una verità sempre parziale, simulata, apparente, il cui punto di vista cambia a seconda della prospettiva. Lamberto Laudisi è il personaggio che tiene le fila di una trama che di fatto non si risolve, ma pone costanti interrogativi, dubita e riflette nello specchio la sola immagine parziale di sé.
Mauro Failla e Giovanni Currò esprimono particolare plauso ai ragazzi del laboratorio (Elisabeth Agrillo, Martina Costa, Pasquale Cufari, Santi Interdonato, Angelo Morabito, Stella Policastro, Nicola Sidoti e Liliana Romano), capaci di portare sulla scena egregiamente un testo e una trama complessa. Nonostante il cono di luce che interrompe la narrazione, ma che marca il limite tra la realtà e la finzione, nella presentazione di ogni personaggio sulla scena, lo spettacolo è riuscito egregiamente, tanto da registrare il sold out alla prima. Doppia replica oggi alle 18 e poi alle 21, ed ultima domani sempre alle ore 21.