La Corte d’appello di Messina, presieduta da Alfredo Sicuro, su richiesta del sostituto procuratore generale Vincenza Napoli, ha assolto «perchè il fatto non sussiste» il direttore e editore del settimanale di Centonove, Enzo Basso dall’accusa di appropriazione indebita.
Basso era accusato, nella qualità di amministratore unico e legale rappresentante della società “Editoriale Centonove Srl”, di essersi appropriato indebitamente di alcune migliaia di euro, ma i magistrati non hanno ravvisato suoi comportamenti fraudolenti.
La successiva inchiesta che portò poi all’arresto del giornalista lo scorso novembre con l’accusa di bancarotta fraudolenta, falso in bilancio e frode fiscale partiva da questa prima indagine ed è stata rinviata al 20 febbraio. In quell’occasione fu sequestrato preventivamente e messo all’asta il settimanale Centonove, che aveva 25 anni di storia, e non fu nominato un direttore responsabile. Il giornale sospese le pubblicazioni.
La successiva inchiesta che, nel novembre scorso, portò all’arresto del giornalista con l’accusa di bancarotta fraudolenta, falso in bilancio e frode fiscale partiva da questa prima indagine ed è stata rinviata al 20 febbraio.
Nell’aprile scorso il Gup del Tribunale di Messina, Monica Marino, aveva disposto la scarcerazione di Enzo Basso dopo 178 giorni di carcerazione preventiva sui 180 previsti, dopo l’accertamento, da parte del pubblico ministero Antonio Chiarchietti, della presenza di una firma falsa sull’ interrogatorio di garanzia. Circostanza, questa, che lo stesso Pm ha immediatamente provveduto a segnalare alla Procura della Repubblica assieme alle risultanze della perizia calligrafica.