Un partenariarato tra oltre 20 soggetti internazionali, rappresentanti delle Fondazioni, dell’economia sociale, della finanza etica e dei territori che, tra la sponda nord e quella sud del Mediterraneo, sperimentano processi di trasformazione. Una proposta di legge, quella sul budget di salute, per destinare risorse al reale benessere delle persone più fragili. E ancora il premio Horcynus Orca a Mimmo Cuticchio e le riflessioni, costanti nella storia del Festival, sui bisogni, i desideri e la concreta quotidianità dei paesi arabi, con la Tunisia in primo piano. È il bilancio di “Metamorfosi”, un processo avviato quest’anno dall’Horcynus Lab Festival, declinazione internazionale della nuova architettura dell’Horcynus Festival, organizzato dalla Fondazione di Comunità di Messina e dalla Fondazione Horcynus Orca, in collaborazione con REVES, la Rete Europea delle Città e delle Regioni per l’Economia Sociale.
“Metamorfosi – spiega Gaetano Giunta, segretario generale della Fondazione di Comunità di Messina – è stato principalmente occasione di incontro tra le principali reti mondiali delle Fondazioni, dell’economia sociale e della finanza etica per sostenere e mettere a sistema quei territori e quelle comunità sulle due sponde del Mediterraneo che già sperimentano processi di trasformazione del pensiero e delle pratiche socio-economiche, dei sistemi di istruzione e di conoscenza, dei modelli produttivi e di consumo delle politiche energetiche, così come dei modelli di governance locale e globale”. I rappresentanti delle organizzazioni presenti all’Horcynus Lab Festival concordano, nel documento di partenariato che è stato sottoscritto al termine dei lavori, sulla “necessità di contribuire a generare un vero e proprio salto di paradigma socio-economico, una Metamorfosi… Emerge l’importanza di restituire centralità ai territori e alle comunità. Per fare ciò è necessario costruire ampi partenariati trasversali tra attori diversi del cambiamento che abbiano carattere di infrastrutturazione e che s’impegnino a lungo termine nei processi di trasformazione sociale basati sulla cooperazione e sulla centralità della persona e del bene comune. I firmatari si impegnano ad avviare e/o ad intensificare dinamiche di cooperazione reciproche, a lungo termine, tra territori del bacino Mediterraneo. Pertanto scelgono di condividere nuove visioni, di generare strategie efficaci e quindi di mettere in comune saperi, pratiche, capacità e risorse”. I firmatari del documento sono: REVES (Rete Europea di Città e Regioni per l’Economia Sociale), Fondazione di Comunità di Messina Onlus, European Foundation Center, Arab Foundation Forum, ASSIFERO, Fondazione con il Sud, Rete RES-Int, Kip International School, Le Labo de l’Economie Social, Forum Diseguaglianze e Diversità, IRTESS, Dottorato Internazionale in Sviluppo Umano Sostenibile (Università degli Studi di Milano Bicocca), Accademia delle Belle Arti di Brera, SEFEA Holding, Libera Associazione Nomi e Numeri contro le mafie, Malta Mediterranean Literature Festival, Manifacture Cooperative, Sattva Films srl, Focus: Adriano Olivetti. In tal senso le prime giornate del Festival, dedicate al fondatore di REVES Jens Nilsson, sono state anche l’occasione di Semer, la scuola euro-mediterranea di economia responsabile, di bellezza e di pace che avrà il compito di sostenere i processi di trasformazione attraverso percorsi di alta formazione. “Semer è una scuola politica per tenere insieme persone e territori che hanno dimostrato che un’altra maniera di fare economia è possibile” dice il coordinatore Rainer Schlüter.
Durante l’Horcynus Lab Fest, la Fondazione di Comunità di Messina e la rete RES-Int (Rete dell’Economia Sociale Internazionale) hanno presentato ad un gruppo di parlamentari nazionali e regionali e ad operatori del settore socio-sanitario una proposta di legge sulla istituzione del budget di salute. ”Il testo di legge – precisa Gaetano Giunta – prevede l’istituzione di un fondo nazionale a garanzia di investimenti realizzati da enti del terzo settore per generare alternative sul lavoro, sulla casa, sulla socialità e sulla conoscenza per persone svantaggiate, beneficiarie dei progetti personalizzati sostenuti da budget di salute. La legge prevede, inoltre, la riconversione delle rette a carico dello Stato, che tradizionalmente sostengono modelli di welfare assistenziali e istituzionalizzanti, in budget di salute finalizzati a sostenere progetti di inclusione e di promozione dei diritti di cittadinanza”.
“A 40 anni dalla Legge Basaglia e quindi dall’avvio dei processi di deistituzionalizzazione – aggiunge lo psichiatra Angelo Righetti, presidente della Rete RES-Int – il budget di salute è oggi realtà in molte regioni italiane che sperimentano l’esperienza dei progetti personalizzati per la modifica delle determinanti sociali, culturali ed economiche e così rendono favorevoli le prognosi delle persone con malattie croniche o eredo-degenerative. Dopo alcune esperienze pilota, sperimentate in Sicilia – a Messina – e in Campania – a partire da Casal di Principe – oggi anche Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Umbria e, seppure in fase di avvio, Calabria e Puglia, moltiplicano esperienze sui budget di salute che forniscono alternative valide ed economicamente sostenibili ai modelli tradizionali, divenuti troppo mercantili – precisa Righetti – dei sistemi di welfare. L’approvazione di una legge nazionale – conclude il presidente di RES-Int – darebbe impulso e metodo alla trasformazione dei costi sanitari sociali in investimenti produttivi di salute, economia e redistribuzione ai territori”.
La proposta di legge sintetizza l’esperienza e gli esiti di due modelli avanzati sull’utilizzo del budget di salute: il progetto Luce è Libertà della Fondazione di Comunità di Messina che ha permesso, a partire dal 2010, di liberare 60 persone dall’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto, garantendo loro un percorso di riconquista dei diritti fondamentali; e la sperimentazione in Campania che ha consentito, per la prima volta in Italia, l’approvazione di una legge regionale sul budget di salute, basata su un processo sistemico che coinvolge i vari attori del territorio: enti del terzo settore, Comuni, Azienda Sanitaria Locale, tenuti insieme dall’opera dell’associazione don Beppe Diana di Casal di Principe e di Nuova Cooperativa Organizzata.
L’Horcynus Lab Festival avvia definitivamente il processo di trasformazione della Fondazione di Comunità di Messina nella Fondazione per la Metamorfosi delle Comunità dei Sud del Mondo, cioè, in un cluster di Fondi territoriali destinati a sostenere, oltre che nell’area dello Stretto di Messina, in modo durevole, policy di trasformazione e di sviluppo umano sostenibile in diversi territori della sponda sud del Mediterraneo e in altre aree del sud del mondo. A partire dalla presente edizione – conclude Giunta – l’Horcynus Lab Festival raccoglierà fra i diversi nodi dei cluster territoriali d’eccellenza esperienze, pratiche, paradigmi e prototipi tecnologici, sociali ed economici esplicitamente orientati a sperimentare processi di trasformazione e metamorfosi sui rispettivi territori: in termini più poetici si direbbe che raccoglierà i diversi nodi di sistemi locali che stanno consapevolmente cercando terre future”. Sul territorio messinese, l’Horcynus Social Festival e l’Horcynus Educational Festival avranno il compito di massimizzare l’impatto sociale ed educativo delle ricerche e delle sperimentazioni culturali e socio-economico-ambientali messe in evidenza dal Laboratorio internazionale appena concluso. “Con un obiettivo preciso – la chiosa finale di Erfan Rashid, giornalista italo-iracheno e coordinatore della sezione Mare di Cinema Arabo del Festival – Oggi più che mai è necessario fare di più per permettere alle persone e alle loro idee di viaggiare liberamente. In un mondo che alza muri e insiste sui confini, il lavoro di diffusione che la Fondazione di Comunità di Messina e la Fondazione Horcynus Orca portano avanti sulle arti e sulle estetiche del bacino del Mediterraneo, intese come specchio dei bisogni e dei desideri dei popoli dell’area, è un esempio di civiltà e di contrasto agli errori di governi ciecamente nazionalisti”.