di Palmira Mancuso – Mimmo Lucano, il sindaco dell’accoglienza, da stamattina è ai domiciliari nell’ambito di una inchiesta che lo vede accusato di favoreggiamento di immigrazione clandestina, ma che riguarda anche la gestione dei finanziamenti erogati dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace per l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico.
L’inchiesta è partita a seguito di una relazione prefettizia dalle fasi alterne. Un’ispezione conclusasi con esito negativo successivamente superata da una seconda, positiva, che aveva ribaltato le conclusioni della precedente.
Mimmo Lucano da anni sa che il suo modello, che pure in tutto il mondo è stato riconosciuto e apprezzato come baluardo di un mondo senza confini, dando concretezza all’utopia del filosofo calabrese Tommaso Campanella a cui si è ispirato, è fastidioso anche per la ndragheta. Un bussiness dei migranti che a Locri doveva invece fare i conti con un modello in cui i soldi destinati ai migranti erano spesi per loro.
A Riace vivono circa 1.700 persone che hanno accolto più di 600 profughi del Corno d’Africa, dell’Afghanistan, dell’Iraq creando una comunità in armonia.
Nel 2016 arriva a Riace l’ispettore del Servizio centrale dello Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati): dopo due giorni scriverà una relazione negativa segnalando “criticità per gli aspetti amministrativi e organizzativi”. In 16 pagine segnala che il quadro di accoglienza è “estremamente confuso”.
Sostanzialmente la colpa è che il sindaco tiene i migranti oltre i tempi del progetto. Umanità oltre la burocrazia: perchè Mimmo Lucano non li manda via quando sono finiti i soldi per il piano di assistenza.
Già nei mesi scorsi la sopravvivenza di Riace era stata messa in crisi, perchè fuori dal sistema dei finanziamenti. Ma la grande mobilitazione di cittadini, seguita allo sciopero della fame di Mimmo Lucano, aveva fatto segnare a fine agosto una vittoria sul fronte della solidarietà con quei 250mila euro sbloccati dal ministero dell’Interno a copertura delle attività per l’accoglienza dei migranti, riferite agli ultimi 3 mesi del 2016.
Sul web intanto, alla notizia dell’arresto, è partita anche la solidarietà nei confronti di Mimmo Lucano, che proprio qualche mese fa ha ricevuto il Premio Marco Pannella 2018.
Le accuse rivolte a Mimmo Lucano sembrano piuttosto un manifesto di obiezione civile. La clandestinità è una odiosa invenzione per dividere gli uomini. Noi non siamo i documenti che abbiamo, ma quello che facciamo.
Tanti i commenti con l’hastag #iostoncommimmolucano, in un momento in cui spira un vento di criminalizzazione della solidarietà, in cui anche la Caritas nell’ultimo rapporto Migrantes denuncia una “emergenza culturale” alimentata da anni di fakenews incontrollate, in cui il disumano decreto Salvini è stato in queste ore modificato in parte per ridurre i rischi di una bocciatura per manifesta inconstituzionalità da parte del Capo dello Stato Sergio Mattarella.
“Se sei determinato, se hai qualcosa che ti morde dentro, un senso profondo di giustizia, un bisogno di umanità, alla fine la spunti”: così diceva Mimmo Lucano. E in queste ore difficile, separato anche dalla sua compagna, giunga la nostra incondizionata stima.
UNA MANIFESTAZIONE DI SOLIDARIETA’ E’ STATA ORGANIZZATA A RIACE SABATO 6 OTTOBRE, qui il link con le info #riacenonsiarresta https://www.facebook.com/events/304205526976842/