La Guardia di finanza ha arrestato e posto ai domiciliari il sindaco di Riace, Domenico Lucano, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed illeciti nell’affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti.
L’arresto è stato fatto in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Locri su richiesta della Procura della Repubblica.
Il provvedimento del gip di Locri riguarda la gestione dei finanziamenti per l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico e l’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti. Divieto di dimora per la compagna del sindaco,Tesfahun Lemlem.
Al momento non si conoscono ulteriori dettagli sulle accuse mosse al sindaco dell’accoglienza. Per Lucano, i domiciliari sono scattati all’esito di un’indagine sulla gestione dei finanziamenti erogati dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace per l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico.
L’inchiesta è partita a seguito di una relazione prefettizia. Un’ispezione conclusasi con esito negativo successivamente superata da una seconda, positiva, che aveva ribaltato le conclusioni della precedente.
Da anni Mimmo Lucano è un riferimento con il modello di accoglienza diffusa sperimentato a Riace, inviso anche alla ndrangheta. La notizia del suo arresto (ai domiciliari) ha suscitato molta indignazione, così come era accaduto per lo stop all’uscita della fiction Rai con protagonista Giuseppe Fiorello.
“La misura cautelare – è scritto in una nota firmata dal magistrato – rappresenta l’epilogo di approfondite indagini, coordinate e dirette dalla Procura della Repubblica di Locri, svolte in merito alla gestione dei finanziamenti erogati dal ministero dell’Interno e dalla prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace per l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico”. Per i pm, nell’inchiesta “è emersa la particolare spregiudicatezza del sindaco Lucano, nonostante il ruolo istituzionale rivestito, nell’organizzare veri e propri ‘matrimoni di convenienza’ tra cittadini riacesi e donne straniere, al fine di favorire illecitamente la permanenza di queste ultime nel territorio italiano”. Secondo la guardia di finanza, Lucano e Tesfahun avevano “architettato degli espedienti criminosi, tanto semplici quanto efficaci, volti ad aggirare la disciplina prevista dalle norme nazionali per ottenere l’ingresso in Italia”.
Sul web intanto cresce il dibattito su quello che sembra piuttosto un caso politico.