di Marina Pagliaro – Una seduta lunghissima, un clima teso fra consiglio e sindaco, le solite incertezze sull’Agenzia per il risanamento e adesso anche un enorme punto interrogativo sul futuro di Messina. Al termine del consiglio comunale aperto a cui hanno partecipato oltre al Sindaco Cateno De Luca anche i deputati regionali e nazionali Antonio De Luca, Elvira Amata, Ella Bucalo, Francesco D’Uva, Grazia D’Angelo, Pietro Navarra, Valentina Zafarana, Matilde Siracusano, ma che è stato disertato invece dall’Assessore alle infrastrutture Marco Falcone, la posta in gioco non è stata più soltanto l’approvazione dell’Agenzia per il risanamento ma anche la presenza futura a Palazzo Zanca di De Luca. L’annuncio “shock” di voler lasciare Messina in caso di mancata approvazione dell’atto è stato formulato dal primo cittadino proprio al termine degli interventi di tutti i capigruppo, di alcuni dei deputati e di altri consiglieri.
“Abbiamo speso 10 mila euro inutilmente per parlare del nulla e non so quanto continueremo ancora a dare questo spettacolo del parlare del nulla e spendere soldi ma questa è storia giudiziaria di quest’aula – ha esordito nel discorso che ha concluso le consultazioni prima di passare al voto degli emendamenti da lui stesso presentati all’aula -. Io mi sono esposto in una maniera incredibile alla Regione e ho tracciato un percorso e quest’aula non può permettersi di delegittimare il sindaco né sul contenuto del decreto né sulle date”. Cateno De Luca ha definitivamente toccato con mano la difficoltà di essere “cavaliere errante” – come lui stesso si è definito – in un consiglio comunale dove tiene banco l’opposizione, non fine a se stessa ma in questo caso argomentata dalla necessità di non avere la fretta di dire sì per rispettare un cronoprogramma stabilito dal sindaco ma sostenuta dalla volontà di analizzare con precisione la creazione di un ente che non deve diventare l’ennesima società partecipata, “stipendificio” facile per un comune in pre-dissesto. “Io non lavoro così – ha continuato De Luca – Se non passa la delibera prenderò la mia decisione e fra rimanere deputato e fare il sindaco a queste condizioni meglio la prima. L’aula mi sta dando un segnale e allora prendo atto di amare la città e che però è uscito un aborto dalle elezioni, così mi tolgo dal campo e torno all’Ars: meglio ora che trascinarsi inutilmente per anni”.
Già i lavori in commissione consiliare sarebbero dovuti bastare secondo Cateno De Luca a rassicurare i consiglieri comunali circa la stabilità economica dell’Agenzia. Ma a offendere l’aula e a mettere in guardia ancora una volta è stata l’assenza proprio dell’Assessore regionale Falcone. “In questa prima fase con il dibattito aperto voglio lasciare serenamente decidere il civico consesso – si è giustificato con una nota – Fermo restando che l’Assessorato ha già posto in essere i provvedimenti di natura finanziaria ribadisco che il governo si attiverà per lo stato d’emergenza per la città di Messina al fine di risolvere il problema atavico dell’emergenza abitativa”. Una spiegazione che non ha convinto i consiglieri, primo fra tutti il presidente del consiglio Claudio Cardile che ha aperto il lungo pomeriggio dando un indirizzo politico forte all’aula proprio a partire dal duro commento sull’assenza di Falcone. “Non è stato letto nessun documento ufficiale in cui la Regione si impegna a trasferire le somme all’Agenzia – ha detto – Per questo era fondamentale discutere oggi con l’Assessore regionale: non c’è stata nessuna interlocuzione con la Giunta di Palermo. E questo mi fa pensare che non c’è l’intento di supportare l’ente”. Poi l’attacco diretto a De Luca: “Lei è un ottimo attaccante ma in consiglio comunale non ha la squadra per vincere: lei è solo e la regione non vuole impegnarsi concretamente nel suo progetto. Se la sua giunta vuole lavorare in sinergia con il consiglio lo dimostri condividendo e sottoscrivendo quest’ordine: andiamo insieme a Palermo”. A niente è dunque servita l’ora di discorso tenuto dal Sindaco che, sulla falsa riga di quanto esibito il giorno prima, ha continuato a portare avanti il valore del suo decreto e a farsi unico e solo garante dell’impegno della Regione nei confronti del futuro dell’Agenzia.
Compatta la posizione di Gaetano Gennaro, di Benedetto Vaccarino, di Andrea Argento, di Biagio Bonfiglio, di Salvatore Serra, di Salvatore Sorbello e di Giandomenico La Fauci, che hanno ribadito i dubbi espressi già: nessuna contrarietà all’approvazione dell’atto e alla realizzazione delle azioni finalizzate allo sbaraccamento, ma necessità di maggiori certezze sulla sostenibilità economica dell’Agenzia. E ha battuto ancora la strada dell’attribuzione del ruolo di regia al comune di Messina soltanto eliminando l’IACP il consigliere Felice Calabrò, oggi accompagnato in aula dal deputato nazionale Pietro Navarra.
Schierata completamente a favore della realizzazione dell’Agenzia per il risanamento Elvira Amata che ha bacchettato il consiglio comunale etichettando come “fannulloni” quei consiglieri che non vogliono assumersi la responsabilità politica di decidere. “Si parla tanto dell’Assessore Falcone ma voi come vi state comportando? – ha detto – Le sue motivazioni rispettano l’aula. Sempre gli altri devono fare? Ognuno di noi deve impegnarsi per il cambiamento della città e invece mi dispiace vedere ancora che non è compatta”. E il sostegno a Cateno De Luca è arrivato anche dalla deputata nazionale Matilde Siracusano. “Una ostilità che non mi spiego da parte di quest’aula – ha sottolineato – Sostengo a pieno titolo quanto proposto dal Sindaco e mi impegnerò per presentare la proposta dell’unità di crisi”. Invito alla riflessione e all’analisi da parte dei deputati regionali del Movimento 5 stelle Antonio De Luca e Valentina Zafarana. “Non è giustificabile l’assenza di Falcone – ha detto Antonio De Luca – Dobbiamo agire velocemente è vero ma senza romperci il collo perché di mezzo c’è la gente che vive nel disagio e nel degrado”. “È legittimo che quando si parla di fondi per avviare una risorsa così importante per la città si vada con i piedi di piombo – ha aggiunto Valentina Zafarana – Vogliamo anche noi il risanamento come il sindaco ma chiedere spiegazioni è ugualmente importante: finora la questione pratica è stata nebulosa”.
Prima di votare i tre emendamenti proposti dal sindaco (due bocciati e uno accolto), i consiglieri Libero Gioveni, Massimo Rizzo e Alessandro Russo hanno preso la parola per ribadire le ragioni di un freno da parte dell’aula che vuole richiamare la Regione all’assunzione di responsabilità scongiurando il rischio di un ennesimo buco nell’acqua in materia di risanamento. Il consiglio si riunirà ancora il 5 settembre per discutere la delibera. A quel punto Cateno De Luca o rispetterà i patti e si dimetterà o si approverà in consiglio lo statuto dell’Agenzia sancendo concretamente la nascita della nuova società che gestirà lo sbaraccamento.