Il rischio è che l’anno scolastico a Messina non rispetti la data della riapertura stabilita dalla Regione Sicilia e cioè il 12 settembre. L’autorizzazione a riaprire i battenti è stata rilasciata dal Sindaco Cateno De Luca soltanto a un terzo delle scuole di ogni ordine e grado. Riapriranno cioè soltanto 47 scuole su 116. Un dato allarmante non soltanto per l’avvio dell’anno scolastico 2018/19 ma anche per il regolare svolgimento degli esami di riparazione già rimandati a data da destinarsi in tutti gli istituti della città. Unica eccezione per l’Istituto Bisazza unico plesso risultato essere a norma. In discussione è sicuramente il diritto allo studio per le migliaia di studenti che in questo momento hanno soltanto incertezze riguardo la possibilità di tornare in aula.
Intanto nessun passo avanti dopo la riunione di ieri della V Commissione consiliare “Scuola e Politiche Culturali“ presieduta da Pietro La Tona. Secondo quanto emerso dai lavori dell’aula per ovviare al problema sarebbe necessario tenere le lezioni attraverso turnazioni. Strumento, questo, difficile da realizzare per via degli oneri finanziari aggiuntivi che comporta. Nel caso in cui gli studenti messinesi dovessero cominciare, infatti, le lezioni a ottobre il recupero delle ore perse nel mese di settembre si svolgerebbe a giugno, ben oltre la data di chiusura del calendario scolastico. Problema questo soprattutto per chi deve sostenere gli esami di maturità. Ma il problema dell’edilizia scolastica sta nel frattempo investendo tutta l’Isola, sebbene la misura di chiusura perentoria di tutti i plessi sia stata attuata soltanto dal sindaco di Messina.
A risolvere la questione adesso vuole provarci anche il Prefetto Maria Carmela Librizzi che per domani mattina ha convocato una riunione a cui parteciperanno oltre a Cateno De Luca anche i sindaci della città metropolitana, i vertici delle forze di polizia, dei vigili del fuoco, i dirigenti scolastici, il Rettore dell’Università di Messina, l’Ingegnere Capo del Genio civile, il responsabile della Protezione Civile, la Curia Arcivescovile, i responsabili provinciali di CGIL, CISL, UIL, il segretario provinciale della CISAL e il presidente regionale ANP-CIDA. Il tentativo, già avanzato da parte di alcuni dei rappresentati chiamati domani a partecipare alla riunione in Prefettura, sarebbe quello di trovare plessi alternativi, messi a disposizione dall’Università e dalla Curia, per garantire il regolare svolgimento delle lezioni.
Un rebus ancora da sciogliere e che dipenderà dal possesso di ogni plesso del certificato antincendio Aedes senza il quale De Luca non procederà a riaprire nessun istituto sprovvisto.