Si è concluso all’alba di domenica 26 agosto il presidio permanente al porto di Catania che ha sostenuto i 150 migranti trattenuti illegalmente a bordo della nave Diciotti. Per la Rete Antirazzista Catanese, l’anima cittadina di questa lunga manifestazione, «il presidio è stato fondamentale per l’organizzazione della resistenza all’offensiva razzista e fascista messa in atto dal governo, consentendo l’aggregazione e la partecipazione degli antirazzisti e delle antirazziste e mettendo in campo iniziative e momenti di lotta culminati nella grande manifestazione del 25 agosto, che ha visto la partecipazione di oltre 3.000 persone».
«La nostra determinazione – continua la Rete – a non abbandonare il porto prima che i migranti e le migranti fossero fatti sbarcare, nonostante la creazione di una zona rossa attorno alla nave e le ingiustificate cariche della polizia, è stata senza dubbio fondamentale per la soluzione della vicenda. Il ministro dell’interno ha approntato in extremis una soluzione funzionale alla sua campagna mediatica: i migranti andranno in Albania e in Irlanda, altri saranno presi in carico dalla CEI. Quindi, nessuno di loro sarà a carico degli italiani, il popolo leghista e fascista può ritenersi soddisfatto e mantenere la fiducia nel suo leader».
Tuttavia la Rete nutre «molte perplessità sulla soluzione messa in campo dal ministro dell’interno, soprattutto per quello che riguarda l’accoglienza dei migranti in Albania, paese che non fa parte dell’Unione europea e le cui norme in materia di protezione umanitaria non sono conformi al sistema di asilo europeo». Su questi stessi punti l’ASGI è intervenuta a più riprese chiarendo che è “illegittimo trasferire i migranti in Albania“.
Ed è proprio di fronte a queste potenziali violazioni del diritto che l’invito finale è quello di «vigilare su quanto accadrà ai migranti della Diciotti», momentaneamente trasferiti nell’hotspot dell’ex caserma di Bisconte di Messina, visto che «hanno tutti diritto a chiedere asilo e protezione internazionale in Italia, compresi quelli affidati alla CEI, che rimangono in territorio italiano. Qualunque trasferimento dei migranti in paesi extraeuropei sarebbe illegale e richiederebbe un’immediata risposta in termini di denuncia e di mobilitazione».
Sulla scorta di queste preoccupazioni il movimento antirazzista messinese, con adesioni regionali, promuove un presidio martedì 28 agosto alle 16 davanti alla caserma Bisconte-Camaro.
«In tante e tanti sabato 25 agosto 2018 – si legge nell’appello de “La Casa Rossa” che sta girando in queste ore – abbiamo partecipato alla manifestazione contro la detenzione illegale dei migranti sulla nave Diciotti. Per giorni i migranti, la gran parte con diritto di richiedere protezione umanitaria e asilo perché provenienti dall’Eritrea, hanno atteso sul ponte di una nave prima di essere trasferiti nell’hotspot dell’ex caserma di Bisconte di Messina.
Una prassi ben consolidata per l’identificazione da parte di Frontex, contro cui ci siamo da sempre battuti. Dopo giorni di grande partecipazione e importanti presidi al porto di Catania, la questione resta drammatica anche nell’hotspot di Messina. Le persone presto saranno ricollocate e divise in quote senza che sia chiaro il criterio con cui ciò sta avvenendo. Altrettanto grave è la scelta politica orientata dai ricatti del ministro Salvini che dall’inizio del suo mandato minaccia l’Europa sulla pelle dei più deboli per smistare i migranti in altri paesi, altrimenti non autorizza gli sbarchi.
E’ inammissibile che si continui a usare prepotenza politica e sociale nei confronti dei migranti della nave Diciotti che non devono essere trasferiti in Albania, cioè verso uno Stato che non è nell’Unione Europa e che, come sottolinea Lorenzo Trucco dell’ASGI (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione), nei fatti diventa un allontanamento coatto che non garantisce il diritto d’asilo ai migranti sbarcati in un porto italiano e che secondo il Regolamento di Dublino III devono fare richiesta d’asilo nel primo paese d’arrivo.
E’ inammissibile che si continui a non informare i migranti sui loro diritti e che si continui a trattarli come una merce da smistare e allontanare perché ciò garantisce gli squallidi equilibri politici che detta la politica violenta e razzista del ministro Salvini e del vice premier Di Maio.
Inoltre come antirazzisti messinesi denunciamo la presa di posizione del sindaco Cateno De Luca che in maniera strumentale e politicamente vicina alla Lega, attraverso un comunicato stampa propone di trasferire gli abitanti delle baracche negli hotel che ospitano i migranti, senza chiarire che i migranti vengono accolti nell’ex caserma di Bisconte in baracche di zinco denunciate sin dalla loro nascita dagli antirazzisti messinesi che da anni si battono per la chiusura di queste infami strutture. Ricordiamo infine che in data 10 Maggio 2017 il Dipartimento Edilizia Privata del Comune di Messina, rilevava che il progetto di realizzazione dell’hotspot all’interno dell’ex caserma Bisconte era “in contrasto con le prescrizioni urbanistiche ed edilizie del PRG di Messina”. La precedente amministrazione di Accorinti con l’Assessore De Cola non hanno posto alcun blocco all’iter realizzativo del nuovo lager per migranti e la deriva di una gestione fallimentare di luoghi da chiudere era già segnata.
Non fermiamo la nostra lotta per costruire paesi e città solidali e fatte di persone di tutto il mondo! Nessuno è clandestino e irregolare!»