Saranno subito accolti in un centro di Messina i migranti che per 10 giorni sono rimasti a bordo della nave Diciotti della Guardia costiera. Successivamente verranno redistribuiti tra Cei, Albania e Irlanda.
I profughi finalmente possono sbarcare, ma il ministro dell’Interno Matteo Salvini è indagato. Le ipotesi di reato sono sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio in merito al trattenimento forzato dei migranti a bordo della nave Diciotti della Guardia costiera. A questo punto, quindi, il pm di Agrigento Luigi Patronaggio dovrà inviare il fascicolo al tribunale dei ministri di Palermo, competente per casi di questo tipo. Risulta indagato anche il capo di gabinetto del Viminale.
Salvini, proprio in contemporanea con le decisioni del pm di Agrigento, ha fatto sapere, da Pinzolo dove si trova per una festa della Lega, che gli eritrei “potranno sbarcare dalla Diciotti nelle prossime ore”.
Così lo sbarco è iniziato poco dopo l’annuncio, coordinato dalla prefettura che ha coinvolto la protezione civile del Comune, associazioni di volontariato, ong e la Croce rossa italiana. La Questura, secondo quanto si è appreso, sta attuando i sistemi di controllo e quelli per l’identicazione e l’operazione di fotosegnalazione di tutti i migranti che saranno portati a Messina su bus scortati dalla polizia.
In totale erano 177 le persone soccorse al largo di Lampedusa nella notte tra il 15 e il 16 agosto mentre erano su un barcone in avaria. Il 20 agosto, giorno dell’approdo a Catania, solo 13 persone, che versavano in condizioni critiche, sono state fatte scendere. Successivamente sono sbarcati 17 minorenni non accompagnati e, dopo 5 giorni, altre 13 persone sono sbarcate su ordine della Sanità marittima.
Tredici di loro, sei uomini e sette donne, sono stati trasportati in ambulanza nei presidi sanitari allestiti a terra e negli ospedali del capoluogo etneo. Le altre 4 donne interessate dall’ordine di sbarco si sono rifiutate di scendere, per non separarsi dalla loro famiglia.
Nel porto si è tenuta una manifestazione alla quale hanno partecipato centinaia di persone che hanno chiesto lo sbarco immediato, ma anche l’apertura dei porti e una inversione di marcia sulle politiche di respingimento del governo giallo-verde.
Quando ormai la manifestazione era quasi terminata, con un lancio di fuochi d’artificio per un simbolico saluto verso l’equipaggio e i profughi a bordo del pattugliatore, una decina di giovani con salvagenti e tavolette si sono lanciati a mare nel tentativo di raggiungere il pattugliatore della Guardia Costiera gridando ‘libertà, libertà’ ed alcuni manifestanti hanno tentato di forzare l’accesso al molo Levante, scatenando tafferugli con le forze dell’ordine. (Pal.Ma)