La Cmera Penale di Catania Serafino Famà interviene con un documento sulla vicenda della nave della Guardia Costiera Italiana “Diciotti”, ferma al porto di Catania con il suo carico di 177 persone, tra cui 29 minori, e dei suoi uomini d’equipaggio “tutti “impediti” all’esercizio della loro libertà di movimento, di richiesta di asilo, con l’evidente violazione delle norme poste a tutela dei minori da una legge dello Stato”.
“E’ priorità la tutela dei principi fondamentali della Costituzione – si legge – il rispetto della quale è impegno “giurato” da ministri e membri del governo, dei Diritti e delle libertà fondamentali dell’Uomo, di ogni Uomo, il rispetto di una Legge dello Stato che tutela i minori “migranti” imponendone il divieto di respingimento ed il diritto ad aver nominato un Tutore che ne possa garantire l’esercizio dei più elementari diritti oppure è prioritaria la tutela di posizioni politiche nei rapporti tra gli Stati dell’Unione Europea. L’aver fatto rimanere, senza alcuna ragione legale, dei minori a bordo della nave per più di una settimana ne ha sicuramente limitato i diritti e le libertà degli stessi.
La vicenda, purtroppo, non si chiude con il permesso allo sbarco dei minori non accompagnati presenti a bordo – risultato indubbiamente da ascrivere alla chiara presa di posizione della Procura per i Minorenni presso il Tribunale per i Minorenni di Catania, sostenuta dall’Associazione dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia – ma permane nella sua urgente e pressante necessità di risposta per la permanenza a bordo di uomini e donne che rendono carne viva il tema del senso della dignità umana e pongono agli Uomini di quello stesso Stato, che si è dato il compito di tutelare i diritti degli individui, la contraddizione della violazione dei principi e delle norme che di quei diritti si pongono a baluardo e difesa.
Al di là di tutto ciò – continua il documento firmato oggi dal Presidente e dal Direttivo della Camera Penale “Serafino Famà” – si propone con evidenza una pericolosa “filosofia”: può un Governo comprimere la libertà personale al di fuori delle prerogative che la Carta Costituzionale e le stesse norme di legge attribuiscono alla Magistratura? Può l’ordine di un Ministro sostituire un provvedimento giudiziario che per essere conforme a legge deve essere emesso nel rispetto delle norme che impongono l’obbligo di valutare e motivare e riconoscono a ciascuno il diritto di difesa e di assistenza tecnica?
Può un Governo, anche se sorretto dalla volontà popolare, violare norme e principi che sono il fondamento di ogni convivenza civile?
La Camera Penale “Serafino Famà” di Catania ritiene che s’imponga più di una riflessione su quello che la vicenda della nave “Diciotti” rappresenta, nell’immediato e nell’orizzonte futuro, poiché nessun Governo può arrogare a se il diritto di limitare la libertà personale di un individuo; tale compito spetta solo ed esclusivamente all’autorità giudiziaria attraverso un provvedimento motivato e nei soli casi e modi previsti dalla legge. Permettere che questo accada, oggi, mette in pericolo lo stesso stato di diritto e apre, ancor più pericolosamente, la porta all’autoritarismo, qualunque colore politico esso possa assumere.
La Camera Penale ”Serafino Famà” di Catania, manifesta il proprio appoggio a quanto sostenuto dal Garante Nazionale dei detenuti e delle persone private della libertà personale, Mauro Palma: “ Le persone a bordo della nave si trovano in una condizione di privazione della libertà di fatto: senza la possibilità di libero sbarco e senza che tale impossibilità di movimento sia supportata da alcun provvedimento che ne definisca giuridicamente lo stato. Ciò potrebbe configurarsi come violazione dell’articolo 13 della Costituzione e dell’articolo 5 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo”.