di Palmira Mancuso – “Un’iniziativa personale di operatori sanitari che, evidentemente, non hanno compreso appieno la reale mission dell’Azienda”. Così il Policlinico ‘G.Martino’ di Messina bolla l’avviso firmato dal professore Michele Buemi che sulla porta del suo ambulatorio nel reparto di Nefrologia ha scritto: “Ricordiamo che è sempre apprezzata l’ascella lavata”.
E ancora ha informato ironicamente i pazienti che “lavarsi prima delle visite programmate, cambiarsi la biancheria intima e pulirsi le scarpe dalla terra o altro, prima di entrare, non cancella importanti indizi utili alla diagnosi, per cui possono procedere tranquillamente a una doccia”. I vertici dell’azienda hanno già dato disposizione affinché venga rimosso l’avviso e avviato “un immediato procedimento disciplinare”.
All’utenza arrivano le scuse per “le inaccettabili modalità con cui i pazienti venivano invitati al rispetto delle norme igieniche”. Anche se precisano dall’azienda si tratta di “un’iniziativa personale di operatori sanitari che, evidentemente, non hanno compreso appieno la reale mission dell’Azienda, impegnata da mesi in programmi di umanizzazione delle cure e nel miglioramento del rapporto con i pazienti”.
Questo “caso” di distraente attualità ha fatto il giro dell’Italia, finendo sui giornali nazionali e sostituendo con un pò di leggerezza le “chiacchiere” da ombrellone di neo ingegneri, urbanisti ed esperti in contratti pubblici e risarcimenti. I politilogi, invece si sa, non vanno mai in ferie.
Quindi ecco la divisione tra chi “l’omo pe’ esse omo ha da puzzà!” e chi invece vorrebbe un mondo in cui per prendere il bus d’estate non sia necessaria la mascherina nel rispetto della respirazione altrui.
Tempi bui anche per il diritto al bidet insomma. In perfetta continuità con l’ascesa al potere dell’ottusità, ogni forma di ironia sta ormai scomparendo da qualsiasi ambito: paradossalmente “Goliardata” è un termine che si usa per giustificare atti di razzismo, mentre si sta giustiziando (con tanto di azione disciplinare annunciata dal severissimo Rettore dell’ateneo di Messina) un medico che non ha discriminato alcun paziente, non ha scritto “se puzzate non vi curo”.
Leggendo i commenti del popolo delle ascelle pezzate, si arriva persino a paragonare questo ironico (e per questo per certi versi fastidioso) invito alla pulizia personale addirittura con quanto avvenuto per bocca di un capotreno di TreNord che qualche giorno fa, dall’altoparlante, ha intimato agli “zingari” di smetterla di “rompere i coglioni”.
“Non siete ancora a questo livello, al Policlinico di Messina, ma mi pare che poco ci manchi” conclude la signora che ha fatto “scattare” l’allarme.
Questo razzismo ascellare non ci trova affatto d’accordo, tuttavia difendiamo comunque l’appello al bidet: una richiesta che liquidiamo come una goliardata. Come un tentativo ultimo da parte di un professionista di farsi rispettare senza prendersi troppo sul serio. E quindi ha la nostra solidarietà.
A tutti, pazienti dalle ascelle pezzate e medici turbati, dedichiamo la ‘Lettera alle ascelle’, un progetto di Autostima, con i ‘Monologhi delle Ascelle’, dalla depilazione alle bingo wings. Uno spettacolo interpretato, dalle attrici Claudia Gerini e Sabrina Impacciatore, con frasi di ascelle famose e di ascelle comuni. Di ascelle giovani e vecchie, depilate e pelose, arrabbiate e divertite. Di ascelle straniere e italiane, innamorate e single, impegnate e cazzare, laureate, disoccupate, freelance e sportive.
Parola insomma a tutte le ascelle di queste mondo. Ma il rispetto degli altri comincia dalla cura di se stessi e di chi, non potendo farcela da solo, ha bisogno dell’assistenza degli altri: e bravo al primario del Policlinico, che “certe” visite le avrà condotte tappandosi evidentemente il naso, e che ha messo molti in crisi. Ci auguriamo che il Rettore non esageri con le punizioni.