Una chiesa gremita di gente ha voluto salutare per l’ultima volta Marta Danisi. Ieri pomeriggio ai funerali erano presenti i familiari, gli amici, le istituzioni, la banda di Sant’Agata e molta gente del posto.
Nelle parole del vescovo Guglielmo Giombanco, che ha celebrato la messa in presenza di padre Franchina e di sacerdoti di altre diocesi, risuonavano il bisogno di giustizia e il ricordo per la giovane infermiera, sempre pronta ad aiutare gli altri.
Alla fine della celebrazione eucaristica, il sindaco Bruno Mancuso ha rivendicato il ruolo dello Stato: “Abbiamo indossato la fascia, nonostante lo Stato debba ancora darci delle risposte”. Poi un pensiero per Marta, un esempio per molti giovani del Sud perché ha saputo costruirsi un futuro da sola, altrove.
In seguito la professoressa Nunziatina Baglio ha omaggiato la ragazza con una poesia, a nome di tutti i docenti e gli ex compagni della 5D del liceo scientifico Sciascia-Fermi di Sant’Agata Militello. Una dedica anche da parte di suor Valeria e della comunità delle figlie di Maria Ausiliatrice, che hanno ringraziato Marta per la sua attività di volontariato al grest. Subito dopo il ricordo di Chiara Natoli, a nome di tutta la banda musicale cittadina di cui anche Marta faceva parte.
Infine il discorso della mamma, forte e fragile allo stesso tempo, che ha rivissuto assieme ai presenti le ore prima del dramma, quelle in cui la giovane, assieme al fidanzato, avevano accompagnato la madre in aeroporto. La cena, gli abbracci e l’arrivederci al 23 agosto. Invece è stato un addio. Eppure la mamma ha voluto ricordare che “non bisogna piangere quando una persona se ne va ma bisogna salutarla con un sorriso”.