“E’ un sistema abbastanza oleato, da cui tutti traevano delle utilità: dal ritorno politico al ritorno economico. E sfruttando molte volte il bisogno della gente, quello di lavorare. Questa è una piaga che fa soffrire le istituzioni e proprio per questo oggi è stato messo un punto importante nel diriitto e come dice anche Papa Francesco nella dignità di ogni lavoratore”. E’ questa la riflessione del capo-centro della Sicilia orientale della Dia Renato Panvino, spiegando alcuni particolari dell’operazione Terzo Livello, che ha portato agli arresti Emilia Barrile, a capo del consigio comunale di Messina nei cinque anni di amministrazione Accorinti.
Panvino ripercorre la nascita dell’odierna operazione che affonda le radici nel lavoro investigativo di “Tekno” e “Matassa”, firmate dall’allora procuratore Sebastiano Ardita, oggi in forza al CSM: seguendo, infatti, le intuizioni alla base dell’indagine sul consorzio autostrade che fece emergere le irregolarità su un gruppo di professionisti, ingegneri e direttori del Cas ed imprenditori che per farsi assegnare degli appalti erano soliti “ungere le macchine” con delle prebende nei confronti dei pubbici funzionari, “prende spunto Terzo Livello, perchè uno degli imprenditori, Duca, era in contatto con l’ingegnere Clemente, che aveva rapporti con la Barrille e che aveva interessi a sponsorizzare una speculazione edilizia da parte di Pergolizzi in un terreno del Comune di Messina”.
“L’indagine Terzo Livello è stata coordinata direttamente dal Procuratore Capo Michele De Lucia proprio per la delicatezza del servizio e soprattutto per la diretta implicazione di pubblici amministratori e imprenditori. E’ una indagine pura, da manuale – dice ancora Panvino – una classica indagine con metodo poliziesco”.(Pal.Ma.)