di Marina Pagliaro – Infrangere il velo di ignoranza e continuare a informare per contrastare sempre più i fenomeni di violenza sulle donne. Questo l’obiettivo di “Io (non) viaggio da sola” la sfida che vede nuovamente in partnership Caronte&Tourist e Maria Andaloro, ideatrice di Posto Occupato. L’episodio di cronaca da cui nasce l’idea di sensibilizzare a bordo di tutte le imbarcazioni del gruppo Franza risale a ottobre dello scorso anno, quando una donna è stata violentata a bordo della Cartour e grazie al supporto dell’equipaggio è riuscita a denunciare l’accaduto facendo arrestare il suo aguzzino al termine della tratta Messina-Salerno. “Nessuno si può arrogare il diritto di non far viaggiare una donna da sola – ha spiegato Maria Andaloro – Prima di concretizzare questo nuovo progetto ho voluto fare anche io da sola la tratta per la Campania e nessuno mi ha impedito di uscire alle 2 di notte sul ponte della nave per prendere un poco d’aria. Questo deve essere consentito a tutte le donne che hanno paura di viaggiare da sole per gli stereotipi che esistono ancora”.
Forte degli ottimi risultati del progetto Franca e le altre Maria Andaloro ha deciso di esportare anche sulle imbarcazioni della flotta l’opuscolo informativo realizzato dall’associazione Donne in rete di Foggia insieme a un questionario anonimo per fare al termine della iniziativa uno studio preciso riguardante il livello di informazione sul tema da cui nascerà un report che verrà presentato nei prossimi mesi. “Il personale di Caronte&Tourist si impegnerà nella distribuzione del materiale – ha spiegato Tiziano Minuti responsabile della comunicazione di C&T – Abbiamo voluto intensificare l’azione di impegno sociale per il contrasto alla violenza sulle donne. Tutte le donne hanno il diritto a viaggiare in sicurezza, vestita come vuole e con il mezzo che vuole”.
Ricordando la Prof.ssa Antonella Cocchiara, è a chi come lei si è battuta per far valere i diritti delle donne che Posto occupato dedica questa nuova iniziativa, ma in maniera particolare a Pippa Bacca. “A dieci anni dalla sua morte vogliamo ricordare l’esempio di una donna morta dopo aver subito violenza affinché questo non accada più – spiega Maria Andaloro – Bisogna far capire quali sono i sintomi della violenza non fisica ma prima di tutto verbale. Ciò che temo davvero è il sommerso, ciò che non si riconosce subito e che bisogna imparare a comprendere. Ma ugualmente importante è far capire che non si deve cercare violenza ma giustizia: denunciare quindi e non stare in silenzio”. Per tutto il mese d’agosto verrà quindi distribuito ai passeggeri il materiale informativo finalizzato alla comprensione di un problema di forte matrice culturale.