Superata senza particolare stress la notizia del suo rinvio a giudizio, che l’opposizione garantista non ha calvacato (tranne i grillini che con Sciacca sono pubblicamente intervenuti sull’accusa di evasione fiscale da cui dovrà difendersi) stamattina il neosindaco imputato ha compiuto un “blitz” mattutino.
Ovviamente postando sui social le foto della sua personalissima attività ispettiva che stamattina lo ha portato a raggiungere un cumulo di spazzatura in via XX Settembre ed in via Borrelli.
“Gli anziani giocano a carte e lasciano i cartoni in giro! – tuona il sindaco-sceriffo – I giochi sono rotti da tempi immemori: perché qualcuno non si adotta questa piazza? Noi facciamo fare un bel ciosco senza far pagare suolo pubblico. Ora ho lasciato l’assessore Dafne MUSOLINO di presidio in attesa che arrivi il direttore generale di Messina Servizi. Intanto da oggi non si gioca più a carte e la polizia municipale dovrà sanzionare i trasgressori. Quando tutti impareranno ad essere civili ed evitare di pisciare tra le panchine e nelle aiuole ne riparliamo!”
L’immagine di Cateno De Luca ci fa venire in mente il detto napoletano del “gallo ‘ncopp ‘a munnezz”: anche se il sindaco mostra capacità comunicative e politiche (che i risultati del voto hanno ben attestato) tuttavia non bastano a rendere il Comune di Messina una istituzione monocratica ne a far passare la linea politica della “Messina Servizi che non funziona, privatizziamo”.
Lo scorso 13 giugno, infatti, la via XX settembre è stata ripulita come mostrano le foto d’archivio sulla pagina social. E certo se in un mese esatto si è formata una discarica di materiali ingombranti, nonostante il servizio di ritiro, vuol dire che dunque sono i cittadini quelli a cui bisogna insegnare il rispetto dei beni comuni. Come? la maggioranza dei messinesi che hanno votato, hanno preferito alla carota Accorinti il bastone De Luca.
Ma vi è anche una parte della cittadinanza che auspica un modello fondato sulla responsabilità e non sul controllo punitivo: una città dove gli anziani non vengano abbandonati a se stessi, dove i consiglieri di quartiere (appena eletti tra l’alltro) possano mediare tra le esigenze del territorio e le istituzioni che dovrebbero assicurare servizi. Senza il moralismo della pisciatina nell’aiuola. (Pal.Ma)