di Marina Pagliaro – “Sol chi non lascia eredità d’affetti poca gioia ha dell’urna”. Scriveva così Ugo Foscolo nei suoi Sepolcri celebrando nella maniera più elevata e dolce il senso profondo dell’esistenza davanti alla morte. In uno dei giorni più tristi per l’Università, per Messina, per la cultura italiana e per la filosofia internazionale, diventa consolatorio rileggere questi versi pensando alla Chiesa del S.Salvatore gremita per dare l’ultimo saluto al prof. Girolamo Cotroneo. Ci sono persone destinate a non morire mai perché hanno consacrato all’eternità con le loro opere la loro vita. Sono questi i grandi Maestri, personalità che immagineremmo essere al di là del tempo e che ci lasciano soli quando tocchiamo con mano che nemmeno a loro il destino fa sconti.
Paura, dolore, angoscia e solitudine si leggeva oggi nelle facce degli allievi e degli amici, che hanno preso la parola uno dopo l’altro, durante i suoi funerali, per ricordare, con un aneddoto, con una preghiera, la figura di uno dei più grandi filosofi contemporanei da cui oggi distaccarsi è difficile, quasi inconcepibile. Ecco che improvvisamente tutto il peso di quegli insegnamenti si fa reale. Bisognerà adesso veramente cogliere il testimone lasciato dal Maestro: non c’è più un “gigante sulle cui spalle possiamo salire per guardare più lontano”. Non c’è più quel faro che ti indica il percorso giusto da seguire pur lasciandoti la libertà di sbagliare, perché è anche dall’errore che si trae insegnamento. A essere più soli oggi non sono però soltanto “quelli che lo hanno conosciuto da vicino”, ma l’umanità tutta. Privata, anche se soltanto fisicamente, del senso del dubbio, del piacere della ricerca e dell’equilibrio dei toni, qualità, queste, che tutti hanno riconosciuto a Girolamo Cotroneo e di cui lui si è fatto portatore attraverso la sua attività professionale, inscindibile da quella umana.
Nella piccola stanza dei dottorandi, al Dipartimento di Filosofia, c’è ancora la sua grande sedia nera, che i ricercatori si contendono e che è curata con sacralità. Non è soltanto un “oggetto” per loro. Quella stoffa nera mantiene ancora i segni di chi, calabrese per nascita, messinese di adozione, patrimonio culturale dell’umanità ormai, ha fatto fare al Pensiero contemporaneo un passo in avanti. Quella “sedia” su cui Girolamo Cotroneo scriveva, parlava agli studenti, li esaminava, correggeva le loro tesi, oggi ha un valore in più: consiglia, spiega e interviene. Silenziosa, infatti, se la si ascolta bene nelle voci soffuse che popolano quei corridoi, consiglia anche.
Ed ecco, allora, che lo Spirito del Maestro non è passato ma, anzi, è presente e parlerà ancora al futuro. Continua a esserci nei volti e nelle parole di chi consacra la sua esistenza allo studio, al sapere e alla cultura, ponendosi su un cammino da lui spianato attraverso la creazione di una delle Scuole di Filosofia più attiva del Meridione. Non basta un ricordo per raccontare Girolamo Cotroneo perché non è questo il livello di umanità di cui si è fatto valore e portavoce. Non ci resta che leggerne i saggi, gli articoli di giornale, ascoltare i docenti che ha formato e che oggi sono i suoi eredi per sentirlo parlare al presente e per sentirsi meno soli in questo Universo in cui tutti hanno qualcosa da dire ma nessuno riesce più a essere nuova guida autorevole.
Bisognerà adesso saper cogliere in una vita passata a cercare il senso di ogni cosa e a interpretare la verità il più grande lascito del nostro intellettuale dello Stretto. Perché non è all’altezza del suo peso scientifico siglare con un “addio” il finale della sua vita, ma è più appropriato un “a presto, Professore”, dandogli appuntamento su quei libri, su quelle riflessioni e ragionamenti che se fatte proprie potranno essere testimoniate nella quotidianità di ciascuno, filosofo o no, intellettuale o no. Soltanto cogliendo la grandezza di una voce che è riuscita a parlare a tutti si potrà ascoltare quello che aveva da dire e ringraziare per il suo sforzo di rendere migliore l’umanità grazie alla sua saggezza e con umiltà.
Grazie Professore,
a presto.