di Marina Pagliaro – Si è presentato puntuale alle 17 a Palazzo Zanca il nuovo sindaco di Messina Cateno De Luca, proclamato ufficialmente primo cittadino dall’Ufficio centrale elettorale presieduto dal magistrato Elisabetta Palumbo, insieme alla Commissione che si è occupata delle operazioni di verifica dei verbali delle sezioni del turno del ballottaggio. “Non vedevo l’ora che arrivasse questo momento – esordisce così il nuovo sindaco, in cravatta giallo-rossa, ricevuta poco prima in regalo – Questa amministrazione si impegnerà a portare avanti la rivoluzione che voi avete voluto e di cui spero di essere portatore, all’altezza, in pochi anni”.
Parla alla folla che lo segue, in questo primo scorcio di sindacatura, davvero ovunque e che ha riempito il palco e gli scranni del palazzo. Accanto a lui, oltre alla sua famiglia, anche gli Assessori, finora un po’ lasciati in secondo piano ma che avranno certamente modo domani di parlare, all’atto dell’insediamento che avverrà in mattinata con la proclamazione anche dei consiglieri comunali eletti e con il passaggio di fascia da Renato Accorinti al neosindaco. La presenza oggi di questi ultimi, non necessaria, è stata voluta dallo stesso sindaco che a loro, infatti, ha rivolto una proposta importante i cui riscontri si potranno vedere solo una volta passato questo momento di investiture e cominciato il lavoro quotidiano.
“Desidero incontrare a uno a uno i consiglieri perché ho urgenza di definire quelle che sono le varie fasi del programma amministrativo con le relative azioni che intendiamo attuare – spiega – Sono disponibile ad assegnare delle deleghe ai consiglieri. Chi vorrà potrà governare con noi prendendosi un pezzo della amministrazione attiva con delle specifiche deleghe: se questo lo statuto non lo prevede introdurremo il consigliere comunale delegato”. Non è chiaro ancora a cosa alluda questa funzione visto che il sindaco ha parlato di legame delle deleghe con l’azione amministrativa e di programmazione delle opere strategiche della città, ruolo, questo, che spetterebbe prima di tutto alla sua Giunta.
Tuttavia ha aperto al dialogo con il consesso nell’indipendenza e nell’autonomia anche dai partiti di provenienza di ciascun consigliere. “Non me ne vogliano i partiti e le segreterie politiche – ha aggiunto – Io ho preso atto con il voto che la città ha voluto un sindaco forte e con voglia di fare ma ha deciso anche che questo sindaco deve avere un contraltare ben specifico: i consiglieri provenienti da altre liste”. Sono sicuramente giorni in cui si stanno organizzando gli equilibri di un consiglio comunale in cui la maggioranza appartiene al centrosinistra, in cui per la prima volta ci sarà il movimento cinque stelle e in cui anche il centrodestra avrà un suo peso. Tuttavia De Luca vuole alla luce del sole fare accordi con tutti senza “acquisto di consiglieri come fossero burattini – spiega – Ma sicuramente nessuna segreteria politica potrà intralciare il lavoro del sindaco De Luca”.
Ha poi ripercorso i toni aspri della campagna elettorale, sottolineando come le critiche provenienti dai suoi avversari lo abbiano rafforzato, e ha poi ringraziato anche i suoi elettori. Un accorato appello poi alla cittadinanza: “Io metterò i dirigenti e gli uffici nelle condizioni di poter lavorare con me, ma voi dovrete volermi bene affinché io riesca a preservare la mia autorevolezza, ve lo chiedo col cuore. Vogliatemi bene, per questo vi chiedo di non chiedermi mai di fare qualcosa non lecita o inopportuna – ha spiegato – perché sennò non riusciremo a dare le risposte che meritate”. E per il senso di ritrovata agorà di cui lui vuol farsi portatore serve un lavoro di concerto, un po’ in controtendenza rispetto all’individualismo dei suoi toni dimostrato finora, ma legato certamente alla compartecipazione di tutti. “Potrete incontrarmi, magari in orari strani ma io ci sarò sempre – ha aggiunto – Noi faremo la nostra parte, amare Messina non può essere uno slogan, si dovrà amare ogni singolo comportamento e farlo insieme. Se dobbiamo far attecchire la svolta, lo dobbiamo fare insieme e insieme ai giovani, vero motore del cambiamento”.
Concluso il lungo discorso il nuovo sindaco ha poi preso finalmente possesso della stanza, lasciata spoglia dal sindaco uscente. Un libro su Palazzo Zanca ricevuto in regalo da un amico è il primo cimelio che sul mobile dietro la scrivania ha lasciato l’adesso più che ufficiale capo della centodiciassettesima amministrazione dall’Unità d’Italia.