Di Clarissa Comunale – Giorno 2: inaspettata Taormina colpita da una pioggia battente che non ha permesso lo svolgimento dell’importante serata inaugurale dell’VIII edizione di TaoBuk, diretto da Antonella Ferrara.
Un vero e proprio “flagello” che si è abbattuto spietato sulle strade dalle ore 19 e che ha reso gli spazi del Teatro Antico inaccessibili, tanto da annullare la serata che doveva essere condotta dalla stessa presidentessa Ferrara e Alessio Zucchini. E se le previsioni meteo non sono mai state così attendibili come in questo caso, “the show must go on”.
Molti gli spettatori che erano venuti per l’occasione e che sono stati costretti a rincasare, in mancanza della possibilità per l’organizzione di poter svolgere l’evento in un luogo coperto. Occasione mancata anche per i musicisti dell’orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania che avrebbero dovuto accompagnare Stefano Bollani in due interventi musicali.
I premi TaoBuk Award sono stati poi consegnati presso l’Hotel Nh, al termine della cena ai presenti, in primis, Paola Cortellesi e Anna Valle.
Vero big e nota positiva della giornata di ieri è stato Amos Oz, scrittore e saggista israeliano, già Premio Principe de Asturias de las Letras e Premio Carical Grinzane, che nell’incontro con la stampa, prima della pioggia nefasta, ha parlato di politica, migrazione e scrittura.
Un dissenso per un “politica rigida”, in una civiltà in cui il cittadino spesso esprime con leggerezza il proprio voto, non è bastato il sangue versato, le lotte intestine e la violenza che ha caratterizzato la storia dell’uomo, per trovare una vera soluzione di pace: alla luce di questo, “la politica è destinata a perdere”, davanti al perpetuo movimento delle sue logiche e nei costanti e repentini cambi di governo. La necessità della scrittura, quindi, risiede nel racconto della realtà attraverso le storie, un racconto che Oz trascrive “sempre con il sorriso sulle labbra, anche se ha un contenuto amaro”.
Una politica di accoglienza anche per i migranti che sia capace di “dialogare”, come accade in una vera famiglia: “nel momento in cui non ci si parla più la famiglia muore. È la famiglia felliniana ad essere viva”.
Oz ritorna con piacere in Sicilia, terra che sente come casa, in cui davanti all’incomprensione della sua lingua, carpisce un “linguaggio somatico” che lo riporta alla sua familiarità.
Per la giornata di oggi, invece, bisogna davvero mettere in moto la rivoluzione e far (ri)partire il Festival. Si riparte con la rassegna culturale con appuntamenti importanti, come la masterclass con l’attore Sergio Castellitto, “Il cinema come lotta contro se stessi”, alle ore 11 all’Hotel Villa Diodoro; l’inaugurazione della mostra “Geografie sentimentali” con il racconto della Sicilia e del Mediterraneo attraverso le mappe storiche, alle ore 12 al Palazzo Ciampoli.
Negli appuntamenti di pomeriggio segnaliamo l’incontro con Vito Mancuso, “Ipotesi per una felicità possibile” in occasione della presentazione del suo libro Il bisogno di pensare (Garzanti), alle ore 17 presso Palazzo Ciampoli; la lectio magistralis con Amos Oz, “Evoluzione o rivouzione?”, alle ore 20 all’Hotel Diodoro.
A concludere la giornata Paolo Giordano, “La giovinezza come ambizione all’Assoluto”, in occasione del suo ultimo lavoro Divorare il cielo (Einaudi), alle ore 21 all’Hotel Diodoro.