«Ormai siamo abituati alla spettacolarizzazione e alla strumentalizzazione di qualsiasi argomento da parte del candidato sindaco Cateno De Luca, ma la vicenda della scalinata Rando merita qualche precisazione». L’assessore ai Lavori pubblici Sergio De Cola interviene dopo l’annuncio di De Luca sulla prossima esecuzione dell’intervento di sistemazione della scalinata con l’eliminazione delle barriere architettoniche, «provvidenzialmente “offerto” dall’ing. Salvatore Mondello, oggi suo assessore designato, ben due mesi orsono quando i lavori erano già in appalto».
De Cola ricostruisce quindi la vicenda: «Alla fine del 2017, su proposta del consigliere Lucy Fenech, l’aula di Palazzo Zanca ha approvato un emendamento a una manovra di bilancio che destinava 70 mila euro all’eliminazione delle barriere architettoniche. La somma è stata disponibile nel PEG all’inizio del 2018, e tra gennaio e febbraio l’ufficio Lavori pubblici ha provveduto a redigere il bando per questi interventi. Ovviamente, trattandosi di una cifra molto modesta, sono state fatte delle scelte e la scalinata Rando, a seguito di un sopralluogo degli uffici, è stata dichiarata prioritaria. L’appalto è stato aggiudicato a maggio e siamo in attesa della certificazione antimafia della ditta da parte della Prefettura».
In questo iter tipico della Pubblica Amministrazione, però, si è inserito un fattore apparentemente provvidenziale: «Due mesi orsono l’ing. Salvatore Mondello ha presentato un progettino relativo alla sistemazione solo della parte alta della scalinata, dal parcheggio a monte all’abitazione del ragazzo diversamente abile, proponendo al Comune l’esecuzione dei lavori a proprie spese. Come è prassi in questi casi, anche perché se un privato si fa carico di un intervento dà all’ente pubblico la possibilità di destinare quei fondi ad altri lavori ugualmente prioritari, quindi il progetto è stato esaminato dagli uffici e ha ricevuto il via libera».
Una premeditazione “sospetta”, quindi, quella di De Luca che ha annunciato – chissà come mai, verrebbe da chiedersi – di poter effettuare i lavori in una decina di giorni, casualmente prima della data del ballottaggio, «evitando accuratamente di riferire – conclude De Cola – che i lavori erano già in appalto e sarebbero stati subito eseguiti dal Comune non appena avuta la certificazione antimafia della ditta ».