I numeri ufficiali non sono ancora del tutto caricati sul sito del Comune di Messina, nonostante il voto sia stato espresso domenica. Ma alcuni consiglieri nelle liste che hanno raggiunto il 5% stabilito dalla pessima legge elettorale firmata da Crocetta, che tanta confusione ha creato, fino al paradosso di candidati sindaci al ballottaggio senza consiglieri e che ha spazzato le minoranze politiche che in una sistema-città sono importanti nel dibattito, sono già ufficialmente “dentro” il Palazzo.
Tra i più votati la “coppia di genere” Vaccarino-Crifò, candidati in Forza Italia (una delle tre liste a sostegno di Bramanti che hanno ottenuto consiglieri) che con 5.675 voti ha raggiunto il 5,13%. Un dato che riporta a Palazzo Zanca due dei consiglieri condannati in primo grado per falso e abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta Gettonopoli: Giovanna Crifò a 4 anni e 10 mesi, Benedetto Vaccarino a 4 anni e 6 mesi).
Se il voto è sacro, l’indignazione pure. Così è facile comprendere l’amarezza di Nino Principato, cultore di storia messinese e candidato nella lista di Saitta Sindaco (rimasta fuori dai giochi con il 4,14%) che sulla sua pagina fb, dalla quale ha condotto in parte la sua campagna elettorale, scrive: “Torno sui miei passi. Basta. Mi arrendo. Quando tra i candidati di Forza Italia ci sono i più votati due ex consiglieri comunali che, in cinque anni il primo, in dieci la seconda, non hanno mai prodotto alcunché nell’interesse e a favore di Messina.
Quando la mia “Messana Nobilis” viene data in pasto al primo venuto candidato sindaco che con arroganza, con violenza verbale, con metodi dittatoriali, con ridicole esibizioni degne del peggior avanspettacolo arringa la gente nella piazza della “Maggiore Ecclesia”, sacrario storico dei fasti della città, indegno di calpestarla.
Quando i poteri forti che hanno distrutto la mia Messina continuano ancora a spolparsi le sue misere ossa…
Ci ho provato per dare un contributo alla crescita culturale e civile di questa città, per una volta a livello istituzionale, candidandomi al Consiglio Comunale. I messinesi non hanno voluto.
Ringrazio tutti quelli che mi hanno sostenuto perché amano veramente, come me, questa nostra bella, antica, struggente città. Non mi candiderò più in nessuna competizione elettorale, non ne vale la pena.
Tiro i remi in barca ma continuerò lo stesso come ho sempre fatto, sicuramente più agguerrito di prima, a lavorare in difesa di Messina, a portarla avanti in tutti in modi possibili e immaginabili, ad amarla come un figlio ama visceralmente sua madre, cui è legato da un cordone ombelicale che non è stato mai reciso”. (Pal.Ma)