di Marina Pagliaro – Approvato il 25 maggio dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall’ANCI nazionale il nuovo servizio civile che si svolgerà per la prima volta in collaborazione con il Dipartimento delle politiche sociali del Comune di Messina sarà bandito entro la fine di luglio. Otto giovani, in età compresa fra i 18 e i 28 anni, potranno partecipare al progetto “Futuro in comune” che li vedrà impegnati per un anno, con una retribuzione mensile di 450 € secondo le direttive nazionali, entrando a contatto con le comunità stranieri e i minori non accompagnati.
Il progetto è stato presentato questa mattina in conferenza stampa a Palazzo Zanca dall’Assessore per le politiche sociali Nina Santisi, dal Sindaco Renato Accorinti e da Sara Tornesi una assistente sociale che sarà anche formatrice del progetto insieme a Giovanna Isaja. Il Servizio civile prevederà oltre alla formazione teorica anche una serie di attività sul campo per impegnare i giovani sui temi del senso civico, della conoscenza delle norme che regolano la convivenza civile del paese e dell’integrazione delle comunità straniere. L’impegno sarà di 6 giorni la settimana per un totale di 30 ore.
“Parlare ai nuovi cittadini e creare nuove forme di cittadinanza è la finalità di questo progetto – ha spiegato Nina Santisi – Il servizio civile è una forma di partecipazione attiva alla vita di comunità con il valore aggiunto del contatto personale con realtà straniere”. I ragazzi verranno selezionati in base al curriculum e affronteranno poi un colloquio con una commissione di valenza nazionale curata dall’ANCI. Da questo momento in poi, quindi, anche il Comune di Messina potrà partecipare al servizio civile nazionale ogni anno proponendo diversi progetti. “La crescita personale non è soltanto il lavoro – ha aggiunto Renato Accorinti – ma anche la costituzione di una città in cui le persone abbiamo senso di umanità. Per questo motivo si coniuga attraverso questo percorso lavorativo e di formazione lo sviluppo di capacità e di qualità umane”. A chiosare Sara Tornesi: “Il dialogo con le nuove generazioni è importante per veicolare valori, metodologie e strumenti che circoleranno non soltanto nell’immediatezza ma anche nelle occasioni future di approccio al lavoro”.