di Marina Pagliaro – Una disamina certamente positiva degli ultimi anni di governo, quelli di Gianni Letta, Matteo Renzi e dell’ultimo, targato Paolo Gentiloni, grazie ai quali il mezzogiorno ha ricevuto fondi e investimenti che adesso, per Messina, possono trovare coronamento e realizzazione nell’elezione di Antonio Saitta. Ma non soltanto su questo si è concentrato l’ex premier Paolo Gentiloni, oggi pomeriggio a Messina per presentare, appunto, la candidatura di Saitta a sindaco del centrosinistra.
Il suo incoraggiamento è stato anche un richiamo all’assunzione delle responsabilità da parte di un centrosinistra che certamente ha un buon esame di coscienza da fare, prima di tutto a livello nazionale, alla luce di un’ultima elezione che li ha visti sconfitti, ma che adesso punta sul livello locale per ripartire. “Innanzitutto devo ringraziare questa provincia per la bella esperienza che mi ha fatto vivere lo scorso anno con il G7 a Taormina – ha esordito Gentiloni – Questo è certamente un momento molto delicato in Italia, ma non dobbiamo dimenticare 7 anni fa quali erano le condizioni della nostra nazione”. Da qui, quindi, tutta la spiegazione dettagliata degli investimenti per il sud: dagli sgravi fiscali alle aziende che hanno assunto 123 mila giovani, all’iniziativa per i giovani imprenditori Resto al sud, passando per il Credito al Mezzogiorno che ha garantito un investimento di 5 miliardi. “Poche cose o no, ma le abbiamo fatte – ha continuato Gentiloni – un camminino che non ha scorciatoie ma che non possiamo cambiare. Il nuovo governo non ha ancora deciso niente e ha già fatto perdere con lo spread diversi miliardi all’Italia, uno fra i paesi più invidiati all’estero che tale è proprio per tutte le sue caratteristiche: dalla cucina, al turismo, alle industrie”.
E dopo aver preso le distanze, ancora una volta, dal nuovo governo, Gentiloni ha rimarcato l’importanza di essere europeisti e la necessità di non essere intolleranti promulgando un concetto di sicurezza che diventa immediatamente esclusione e chiusura verso l’altro. E senza paternalismo, ma con augurio e spinta verso il candidato, ha dichiarato ancora: “Caro Antonio so che i soldi dei governi Letta, Renzi e Gentiloni hanno messo sul tavolo per la città di Messina diversi fondi: il patto per Messina, i Pon, il Masterplan. Ma so anche che tu potrai portare avanti progetti di spesa concreti e utili con questi soldi. Il lavoro per la propria città consente di vedere le conseguenze di quello che decidi: la città cambia quando decidi di amministrarla e questo responsabilizza ciascuno di noi”. Conclusione a effetto per l’ex premier, salutato, in prima fila, dalla vicesindaco designata Maria Flavia Timbro e dai deputati Franco De Domenico e Pietro Navarra: “Leviamoci dalla testa che Messina è teatrino o social network – ha chiosato – Messina è una grande città che ha bisogno di essere guidata e amministrata bene”.
Paolo Gentiloni è stato introdotto da Antonio Saitta che ha tracciato un quadro certamente pessimista della situazione attuale a Messina. “Perdiamo dai 2 ai 3 mila abitanti l’anno e sono soprattutto giovani – ha detto il candidato a sindaco – Il modello assistenziale per questa città ha fallito da tanti anni. I 5 anni appena passati ci hanno fatto capire che governare una città richiede competenze e capacità di governo. Ricostruire Messina vuol dire concretezza, quella che non si è vista in una campagna elettorale dai toni soltanto polemici”. Presentate le sei liste a sostegno, oggi rappresentate dalla maggior parte dei candidati presenti all’incontro, Antonio Saitta ha riassunto il suo programma elettorale, presentando Messina come culla d’Europa. E a supporto dell’idea che la sinistra debba ripartire dalle città ha concluso: “Noi abbiamo portato il centrosinistra per le strade e per le piazze con l’attenzione alla legalità. Per questo motivo il nostro comizio conclusivo sarà al CEP dove per 60 anni ci sono state promesse, buoni benzina e servilismo mentre noi riporteremo libertà, lavoro e cittadinanza”.