“Messina è rimasta senz’acqua per settimane ma a pagare sono stati solo i messinesi, tutti i responsabili della gestione del servizio – o disservizio – sono rimasti al loro posto. La rete è un colabrodo, ed il 50% delle risorse idriche si perdono nei terreni sottostanti. Si utilizza ancora un acquedotto che parte da Fiume-freddo ed interessa un tragitto di oltre 70 km, su un terreno ad alta pericolosità geomorfologica e che ogni anno necessita di interventi di manutenzione milionari nella migliore delle ipotesi, perché quando va male, scatta l’emergenza come nel 2015 con la città che è rimasta a secco per oltre 2 mesi. Il sistema di approvvigionamento idrico della città di Messina è costoso, inutile e sempre a rischio”. A dirlo l’on. Cateno De Luca candidato a sindaco di Messina che aggiunge: “Se a questo si aggiunge che, il costo per il prelievo ed in convogliamento delle risorse risulta particolarmente oneroso in termini di costi energetici per oltre 3 milioni di euro annui per portare l’acqua in città, si percepisce come una soluzione alternativa sarebbe immediatamente auspicabile in termini di economicità e mitigazione dei rischi legati all’emergenza idrica. La soluzione, tra l’altro, rimane insita nella conformazione idrogeologica dei versanti posti a monte della città che vedono delle coperture sedimentarie al di sopra di un bed-rock metamorfico. Se a questo si uniscono le peculiarità climatiche, che vedono l’area dello stretto come una delle più piovose del centro sud Italia, si capisce come la soluzione è da ricercare nelle fonti idriche presenti a monte della stessa città, ciò permetterebbe l’abbandono della condotta del “Fiumefreddo”, o ad un suo diverso scopo. A tal fine si deve evidenziare come nel corso di diversi incontri tecnici tra il Commissario per l’emergenza idrica (Ing. Foti, dirigente Generale della Protezione civile Regionale ex OCDPC 295/2015 ndr) ed i responsabili dell’AMAM SpA, sono stati richiesti, a questi ultimi, la predisposizione di studi o, comunque, analisi su fonti alternativi più vicini alla città di Messina.Tali studi, hanno evidenziato la presenza di risorse idriche di almeno 1500 litri/secondo per i bacini a sud della città di Messina e di circa 800 l/s per alcuni bacini ad ovest della stessa e si trovano, comunque, agli atti della società partecipata AMAM SpA. Le fonti di approvvigionamento esaminate che ricadono in circa 1/10 del territorio di Messina – zona sud – rappresentano circa 210 l/sec, ciò evidenzia che le fonti di approvvigionamento idrico esistenti nel territorio della città di Messina supera abbondantemente i 1000 l/sec che equivale all’attuale quantità proveniente dall’acquedotto Santissima, Alcantara e Fiumefreddo. Da un esame dell’immissione di acqua nel sistema di approvvigionamento municipale, emerge che oltre mille e cento litri secondo, vengono distribuiti per un totale giornaliero di circa 100 milioni di l/giorno (100 mila mc di acqua/giorno) a fronte di un fabbisogno giornaliero di 50 milioni di l/giorno (50 mila mc di acqua/giorno) con una perdita di circa il 50%. Se stimiamo un costo di manutenzione al metro lineare, come quello indicato di seguito, pari a circa 150 euro/ ml, per 288 km di condotta principale urbana da sostituire (nella peggiore delle ipotesi che si debba sostituire tutta), con un impegno di circa 44 milioni di euro si potrebbe evitare una perdita di risorse che potrebbero ad abbattere i costi di approvvigionamento del 50% all’anno e un ammortamento in appena 5 anni”.
“La soluzione economica al problema – conclude De Luca – l’ho trovata facendo assegnare al comune di Messina già intanto 20 milioni di euro per realizzare le fonti di approvvigionamento idrico nel territorio urbano e nei comuni limitrofi. Se fossero necessari troveremo altri fondi. Basta con gli sprechi e ora di cambiare questo sistema”.