di Marina Pagliaro – L’incontro è cominciato puntuale alle 21. Anche perché a parlare, prima di Luigi Di Maio, vicepresidente del Consiglio e ministro del Lavoro, c’erano, secondo il cerimoniale grillino, tutti i delegati pentastellati di Messina e provincia. Ognuno ha introdotto brevemente Gaetano Sciacca, il candidato scelto dal M5S per correre alle amministrative a Messina. Tanta la curiosità nell’incontrare il nuovo leader in visita a pochi giorni dalla formazione del nuovo governo: gremita, infatti, la metà piazza dove è stato collocato il palco. Primo a prendere la parola Francesco D’Uva seguito poi da Antonio De Luca, da una determinatissima Angela Raffa, da Grazia D’Angelo, da Alessio Villarosa ed, infine, da Valentina Zafarana.
Il microfono è passato poi al candidato Gaetano Sciacca: “Grazie a tutti voi che siete qui. La nostra politica è fatta di programmi condivisi da tutti – ha detto – Cercheremo di ripartire dai villaggi senza dimenticare nessuno. L’edilizia sostenibile è quella che farà tornare a splendere di nuovo Messina. Lo faremo per i giovani che non ci credono in questa città è vanno via. Alziamo la testa: diciamo basta alla vecchia politica”. Nel corso del suo intervento il candidato sindaco ha parlato delle tre maggiori criticità della città: l’ambiente, le infrastrutture e il lavoro. Problematiche, queste, di primaria importanza per il programma pentastellato di risanamento e ricrescita di Messina.
Poi la volta di Luigi Di Maio. Il vicepremier ha prima parlato del nuovo governo e per quanto riguarda le amministrative di Messina non è sceso nel dettaglio riguardo la situazione attuale o l’andamento della campagna elettorale, ma ha sottolineato la necessità di avere amministrazioni collegate con il governo centrale affinché anche il piano locale possa essere efficiente. “Votare un sindaco a cinquestelle significa avere un sindaco che ha dalla sua parte il governo centrale. – ha detto – Non so come andranno le comunali, so solo che chi non va a votare decide di consegnare la città a quegli altri”.
La disamina del programma di governo e la spiegazione dei punti più importanti per il M5S nazionale hanno interessato la maggior parte del discorso di Di Maio. “Per la prima volta abbiamo creato un governo senza condannati o inquisiti – ha detto – Forse sono un illuso ma la nostra ambizione è quella di farvi sorridere perché i vostri figli hanno un lavoro”. Occhi puntati sulla situazione attuale che si presenta con diversi nodi da sciogliere: pensioni e assunzioni prima di tutto. Ripartire dai centri per l’impiego sicuramente la prima necessità del governo. “Vogliamo già riunire gli assessori delle regioni e creare insieme un progetto per restituire dignità ai lavoratori, creando diritti per chi non ha niente come i cinquantenni che hanno perso il lavoro. Il reddito di cittadinanza non è un modo per non far lavorare ma un periodo di formazione retribuita; la quota 100 – ha aggiunto – è il sistema pensionistico con cui aboliremo la legge Fornero”. Accanto a questi programmi di governo, poi, l’abolizione dei vitalizi, leggi anticorruzione e la buona scuola. Sul futuro di questo governo Luigi Di Maio è stato ottimista: “Più la stampa ci attacca più riempiamo le piazze, finché il contratto sarà rispettato da tutti noi continueremo ad andare avanti. Non so se Salvini mi sta fregando – ha aggiunto – ma intanto preferisco pensare alla squadra e passare per una brava persona”. Dopo la conclusione su Messina, ha chiosato: “Non saremo perfetti, ma quando sbaglieremo chiederemo scusa”.