“La città non può essere ostaggio di seconde e terze file. Gli automobilisti non possono trascorrere ore in macchina per cercare un parcheggio. I commercianti non possono essere penalizzati dai divieti di sosta laddove, magari, potrebbe essere ragionevolmente possibile posteggiare”. A pochi giorni della diffusione del Piano Viabilità, il candidato sindaco Pippo Trischitta torna sull’argomento nel corso della conferenza stampa, convocata stamani presso la sede del Comitato elettorale. “Durante il tour della campagna elettorale, incontrando i commercianti della città, tra i problemi esposti vi è proprio quello della carenza di parcheggi, anche per la presenza di divieti, proprio in vie di grande valenza commerciale, come via Garibaldi e via Tommaso Cannizzaro. Ecco allora che ho ritenuto approfondire la conoscenza del progetto della sosta a tempo, che oggi ribattezziamo il “Parcheggio mordi e fuggi””.
L’idea del “Parcheggio mordi e fuggi” è quella di permettere di fermarsi negli appositi stalli solo per 20 minuti, ovvero il tempo di una veloce commissione. Trascorso il tempo, la tariffa sale a 3 Euro. La ragione dell’aumento della tariffa è motivata dal principio ispiratore del “Parcheggio mordi e fuggi” che va utilizzato solo per brevissimo periodo, ottenendo l’agevolazione del prezzo, lasciando il posto ad altri utenti che devono usufruire di una breve fermata in quel tratto. Il pagamento va eseguito in apposite macchinette installate in prossimità degli stalli. “Non è possibile – fa notare il candidato sindaco – che la politica della mobilità sia soprattutto di tipo punitivo nei confronti degli automobilisti. Dobbiamo creare le condizioni affinché le nostre vie cittadine siano più vivibili per tutti”.
A latere dell’incontro con la stampa, l’intervento di Pippo Trischitta su quanto sta accadendo al Teatro Vittorio Emanuele: “Esprimo la mia solidarietà ai lavoratori e ai vertici del Teatro, per l’incresciosa vicenda, provocata dalla consigliera del CdA Pizzo. Non si può mantenere una situazione di stallo: questa è l’ultima cosa di cui ha bisogno il Vittorio Emanuele, tra i mille problemi connessi alla mancata volontà di stabilizzare la pianta organica e, contemporaneamente, dare uno status che possa ottenere maggiori fondi. Nel mio, programma – spiega Trischitta -, sono previste quattro mosse per salvare il Vittorio Emanuele: ai dipendenti contratto equiparato al contratto regionale; spostamento di alcuni lavoratori, che in gran parte sono amministrativi, in altri enti regionali e reintegro del numero con maestranze; con le figure idonee in organico, produzioni proprie del Teatro, con notevole risparmio e ottenendo così possibilità di diventare Teatro Stabile; infine, con lo status di Teatro Stabile, accesso a ulteriori finanziamenti, quali il Furs, il Fondo regionale, e il Fus, il fondo del Governo nazionale”.