di Giuseppe Contarini – Per essere un vero critico bisogna anche girare un po’ l’Italia e vedere cosa succede in altre realtà, cosi quando ho ricevuto la chiamata di uno dei più grandi attori del quartiere San Paolo di Roma, Ferruccio Ferrante, ho risposto immediatamente in maniera positiva.
Ferruccio Ferrante è stato uno dei più grandi talenti teatrali del mondo; famoso perché riusciva ad interpretare sette personaggi tutti da solo e contemporaneamente, per questo lo chiamavano tutti e lavorava molto, però costava anche troppo perché da buon professionista per rimanere nella parte dei sette personaggi, chiedeva sette compensi e faceva prenotare sette camere ad ogni trasferta, in quanto alcuni personaggi tra loro non andavano d’accordo e preferiva tenerli separati, iniziata la crisi economica teatrale nota a tutti, in cui per la maggior parte dei casi si lavora ad incasso o con cachet ridottissimi, fu costretto a licenziare alcuni personaggi, fin quando restò solo lui, che dei sette era pure il più scarso, cosi non lo chiamò più nessuno, finendo per lavorare solo con quel pazzo di Giovanni Boncoddo: lo vedrete infatti alla Sala Laudamo a Messina, dal 15 Giugno con lo spettacolo “Affabulazione”, poveretto, la sua storia mi ricorda quella di Edmund Kean, che non c’entra nulla.
Il suo grande talento come Regista però, oggi lo vede impegnato a lavorare per il “Nuovo Teatro San Paolo” di Roma, dove giorni fa mise in scena, con i suoi giovani allievi esordienti, un riadattamento de: “La Dodicesima Notte” commedia di W.Shakespeare.
Il Nuovo Teatro San Paolo si trova di fronte alla bellissima Basilica di San Paolo, nel quartiere San Paolo, si arriva con la linea B scendendo alla fermata San Paolo, non si può sbagliare, a me però Ferruccio mi ha fatto scendere alla fermata Marconi, non lo so perché.
Era la prima volta che entravo in un teatro romano, non sapevo che a Roma i Teatri hanno: la piscina olimpionica, il bar ristorante, i negozi, il campo da calcio, il campo da basket, i campi da tennis, i campi da pallavolo, mancava solo il campo di grano per renderlo un teatro completo su tutti i campi, noi a Messina invece, siamo ancora in attesa di attivare il Bar, per fortuna che recuperiamo con i teatranti, che sono bravissimi e che fanno produzioni sempre di altissimo livello, almeno secondo quanto si legge dalle recensioni.
Ad avermi colpito sono stati i camerini su due piani ma soprattutto, la Sala Dimmer, dov’è vietato prendere qualsiasi cosa, lasciare qualsiasi cosa e cambiare l’ordine di qualsiasi cosa, penso che per arrivare a mettere queste regole in quel luogo sarà successo, nel tempo, davvero qualsiasi cosa; La sala teatro molto ben attrezzata, ospita circa duecento posti, dotata di un grande spazio scenico.
Ferruccio Ferrante mi presenta ai suoi allievi, come un grande critico nazionale giusto per mettergli ansia, ma con loro ha fatto davvero un buon lavoro e infatti se ne fregano di me e continuano a pensare ai fatti loro, sono ragazzi molto propositivi, ho trovato molto interessante il tentativo di proposta di uno di loro, nel voler modificare il famoso rituale scaramantico di “MERDA MERDA MERDA” con una variante, a suo dire, più poetica, peccato che nessuno gli abbia dato ascolto; durante la fase preparatoria pre spettacolo, importante momento dedicato alla concentrazione, i giovani attori giocano ad “obbligo verità”, mi sembra giusto, Ferruccio è famoso per i metodi che sperimenta con i suoi attori, famoso quello chiamato “metodo da a Bandierina”, che spesso causa svenimenti fra gli attori.
Il riadattamento di Ferruccio di questa commedia di Shakespeare, alterna, dei momenti molto comici che arrivano tutti al pubblico in sala, grazie alla spontaneità degli attori che sul palco si divertono e non tentano di nascondere i loro difetti, requisito che molti attori professionisti o presunti tali hanno decisamente perso, grazie anche agli abili stratagemmi drammaturgici, con momenti più intensi, dove il regista ha osato spingere i suoi allievi in quelle direzioni emotive che è giusto esplorare. L’ottimo lavoro fatto sul ritmo e ben eseguito dai ragazzi in scena, fa si che lo spettacolo mantenga sempre alta la soglia dell’attenzione. Una scenografia ridotta al minimo, rafforzata da proiezioni grafiche sullo sfondo, che ricreano, in maniera stilizzata gli ambienti dove si svolge la storia.
Grazie a questo lavoro è venuto fuori da alcuni di loro un innato e inconsapevole talento che, se coltivato nel modo giusto, potrebbe portare risultati interessanti. Dichiara il Regista: “uno dei miei obiettivi e far capire ai ragazzi come si sta su un palcoscenico”, e devo dire che ci è riuscito benissimo, infatti, una volta saliti sul palco, nessuno di loro è mai caduto.
Insomma indubbia la fortuna che si ha, nell’approcciarsi al teatro con persone come Ferruccio Ferrante, che di teatro ne sanno dire e ne sanno fare, non posso che fare i complimenti ed augurare una buona fortuna a tutti i simpatici protagonisti di questa avventura, compreso al direttore artistico Andrea Monti, perché è sempre importante fare i complimenti ai direttori artistici, a prescindere da tutto, non si sa mai.
Finito lo spettacolo restammo solo io e Ferruccio, gli dissi: “Ferro andiamo a mangiare qualcosa, ma dove si spende poco.”, cosi mi portò in un posto dove mangiammo qualcosa e spendemmo assai. Arrivederci Roma.
La Dodicesima Notte di W. Shakespeare
Adattamento e Regia Ferruccio Ferrante
Aiuto Regia: Lorenzo Benedetto
Con: Junior Jasmani Baculima Gonzalez, Simone Baldovini, Francesco Bendetto, Leonardo Cappelli, Chiara Ciolfi, Andrea Gasperini, Martina Impiglia, Marta Maione, Alessio Montesi, Federica Palleschi, Giulia Passarelli, Alice Sertra
Costumi: Angela di donna, Valentina di Geronimo e Vittorio Gherardi
Scene: Giorgia Rauccio e Mariagrazia Iovine