“A Messina si paga una Tari tra le più alte di Italia per coprire una spesa di oltre 45 milioni di euro annui per un servizio costoso e nocivo per l’ambiente considerato che la raccolta differenziata ha appena raggiunto il 13%”. Esordisce così Cateno De Luca in una nota in cui si scaglia anche contro il servizio di gestione dei rifiuti con la nuova società MessinaServizi. “Non esiste ancora un piano determinato dell’SRR (Società per la Regolamentazione del servizio di gestione Rifiuti) con la previsione impiantistica e una definizione certa almeno della fase transitoria sino ad arrivare al famigerato rifiuti zero. – continua De Luca – La piattaforma di Pace prosegue in regime di ordinanze urgenti senza un’autorizzazione definitiva mentre l’appalto per la realizzazione del Tmb e della discarica giace tra i contenziosi della regione siciliana ed il menefreghismo politico amministrativo”.
“Tale esborso – prosegue De Luca è dovuto – tra l’altro – alla incapacità di effettuare la raccolta differenziata in quattro quartieri su sei ed ai deludenti risultati ottenuti dalla sperimentazione effettuata negli altri due (il primo ed il sesto). Non esiste un piano determinato dell’SRR (Società per la Regolamentazione del servizio di gestione Rifiuti) con la previsione impiantistica e una definizione certa almeno della fase transitoria sino ad arrivare al famigerato “rifiuti zero”. La piattaforma di Pace prosegue in regime di ordinanze urgenti senza un’autorizzazione definitiva mentre l’appalto per la realizzazione del Tmb (separatore Secco – Umido) e della discarica giace tra i contenziosi della regione siciliana senza che il sindaco muova un chiodo perché prima era contro la piattaforma (quando non era sindaco), mentre adesso sa che potrebbe essere la soluzione per non dover arrivare a Catania ogni mattina spendendo oltre un milione di euro al mese. Si evidenzia il folle tragitto che i rifiuti fanno prima verso Pace e poi verso Catania”.
ARO Messina – Ambito Raccolta Ottimale: “Non si comprende – aggiunge De Luca perché il comune di Messina non abbia proceduto alla costituzione del proprio ARO individuando, con procedure di evidenza pubblica, un apposito gestore privato internalizzando fin dal 2013 il servizio e mettendo in liquidazione MessinAmbiente piuttosto che farla fallire per istituire un ulteriore carrozzone Messina Servizi Bene Comune dopo il fallimento dell’ATO 3. Quest’ultima società, Messina Servizi Bene Comune, sembra infatti concepita più per sottrarre garanzie ai creditori di MessinAmbiente che per dare risposte concrete ed operative ai cittadini.
L’ampliamento della discarica di Pace non parte nonostante sia previsto e finanziato dal Piano Regionale Rifiuti con 15 milioni di fondi del commissario con un appalto integrato con lavori già aggiudicati. In tale ambito è stato ipotizzato un impianto TMB (separatore Secco – Umido) di circa 270 tonn/g di indifferenziata.
L’attuale sistema di gestione dei rifiuti non appare legittimo ed è pervaso da poche idee ed abbastanza confuse:la città di Messina ha già di fatto dichiarato il fallimento di due proprie società di settore l’ATO 3 e MessinAmbiente. La normativa nazionale non consente, per almeno cinque anni, di costituire una nuova società del medesimo settore in cui è stato dichiarato il fallimento di una società partecipata. Ciononostante, qualche anno fa il comune di Messina ha costituito un ARO attraverso l’approvazione di un piano d’intervento (più volte rimodulato per sanare macroscopici errori di progettazione) ma la gestione ARO non è ancora partita, così mai partirà. Nel frattempo i servizi vengono svolti da due società messe da tempo in liquidazione: la MessinaAmbiente e l’ATO 3 (che, ai sensi della legge regionale 9/2010, da 2013 non dovrebbe più espletare attività gestionali, ma solo liquidatorie). Per completare l’opera di mera imbecillità politica- amministrativa, senza tener conto della normativa che lo vieta, è stata costituita una nuova società di gestione, la Messina Servizi Bene comune. Tutto ciò in aperto contrasto con la legge, infatti, l’art. 14, comma 6 del D.Lgs n. 175/2016, in vigore dal 23/9/2016, stabilisce che ”Nei cinque anni successivi alla dichiarazione di fallimento di una società a controllo pubblico titolare di affidamenti diretti, le pubbliche amministrazioni controllanti non possono costituire nuove società’, ne’ acquisire o mantenere partecipazioni in società, qualora le stesse gestiscano i medesimi servizi di quella dichiarata fallita”. “Nel frattempo – continua De Luca – si apprende che nel 2016 sono stati portati in discarica oltre 100 mila tonnellate di rifiuti con un costo di circa 11 milioni di euro. Sono state del tutto ignorate le possibilità di realizzazione degli impianti di compostaggio e di valorizzazione dei rifiuti differenziati che la SRR avrebbe potuto (anzi dovuto) pianificare ed attuare. Invece, la SRR Messina Area Metropolitana è attualmente commissariata, anche grazie alla scandalosa inattività negli ultimi anni caratterizzati dalla gestione Accorinti (il quale credendo, come detto, che la SRR fosse un organo comunale, si è fatto sostituire nella presidenza della SRR in maniera del tutto illegale dal suo assessore all’ambiente Ialacqua).
Dai costi spropositati con risultati fallimentari ai benefici derivanti dall’attuazione della strategia integrata ARO Messina: i messinesi sopportano un costo per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti di oltre il doppio rispetto all’effettivo costo derivante da un sistema legittimo e rientrante nell’ambito dei parametri normativi. Gli attuali 45 milioni di euro potrebbero essere concretamente dimezzati con i seguenti accorgimenti: abolizione del sistema delle partecipate ed istituzione dell’ARO Messina; riqualificazione ed ampliamento della discarica di Pace con la realizzazione di un impianto TMB (separatore Secco – Umido) e relativo mini inceneritore; avvio del servizio porta a porta e rimozione dei cassonetti; installazione di almeno mille telecamere nei punti più sensibili del territorio urbano.
Finalità:il sistema di gestione dei rifiuti dovrà necessariamente essere orientato alla ricerca di un modello operativo che riesca ad unire:
- svolgimento efficiente dei servizi, caratterizzato dal raggiungimento di una percentuale di raccolta differenziata superiore al 65%;
- costi sostenibili dalle comunità interessate che siano inferiori a quelli attualmente pagati;
- pagamento della Tassa sui rifiuti (TARI) equo, abbassando i costi di gestione ed eliminando l’evasione fiscale (pagare tutti per pagare meno).
Gli obiettivi: si intende raggiungere una elevato livello di qualità economicamente sostenibile, attraverso il perseguimento dei seguenti obiettivi:
- Ridurre la quantità dei rifiuti prodotti e conferiti in discarica;
- Raggiungere una percentuale di raccolta differenziata superiore al 65%;
- Realizzare servizi più efficienti rispetto a quelli attualmente erogati;
- Dimezzare, pur con le suddette rilevanti migliorie, i costi rispetto a quelli attuali;
- Attuare una politica di equità fiscale e di responsabilizzazione del cittadino nella produzione dei rifiuti, attraverso una ripartizione della spesa tra le utenze proporzionata ai servizi fruiti ed alla loro effettiva produzione di rifiuti (con la possibilità di determinare la quota proporzionale della TARI con la modalità cd. puntuale/volumetrica);
- Eliminare l’evasione del pagamento della tassa sui rifiuti;
Metodo proposto
- Attivazione dell’ARO Messina.
- Eliminazione degli sperperi dovuti alla sovrapposizione di Enti e società deputati alla gestione dei servizi ed alla loro pessima gestione.
- Gestione del personale, anche attraverso la SRR, sulla base di in piano aziendale che tenga conto delle reali necessità e che elimini sprechi, parassitismo e clientelismo.
- L’attivazione della strategia in tre fasi consentendo, a regime, la raccolta dei rifiuti porta a porta in tutti i quartieri con l’individuazione puntuale dell’utenza e della quantità di rifiuto conferito. Con questo metodo, le diverse frazioni di rifiuto verranno raccolte al domicilio dell’utente in appositi cestelli di colore diverso, muniti di codice a barre e chip personalizzato per ogni utenza, in giornate e con frequenza prefissata.
- Eliminazione dei cassonetti stradali ed allestimento ed attivazione di 65 centri comunali di raccolta (CCR), divisi per quartieri e villaggi, in cui ogni utente potrà conferire, in modo differenziato, i propri rifiuti. I centri, prossimi all’abitato, saranno gestiti con modalità atte ad evitare emissioni di odori sgradevoli, saranno aperti tutti i giorni, sotto il controllo di apposito personale, che registrerà sia l’utenza che la tipologia e la quantità di rifiuto conferito, al fine di consentire una quantificazione puntuale sia del rifiuto che dell’utenza che conferisce. I rifiuti ingombranti ed i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) dovranno essere consegnati direttamente dal produttore ai centri comunali di raccolta (CCR) negli orari in cui questi sono aperti al pubblico ma, a richiesta, è possibile ottenere, la raccolta domiciliare. I rifiuti urbani pericolosi (RUP), costituiti da farmaci scaduti, pile esaurite e contenitori di prodotti pericolosi, potranno anche essere consegnati presso i rivenditori convenzionati che verranno forniti di appositi raccoglitori.
- Lo spazzamento, il diserbo e gli altri interventi per il decoro urbano verranno espletati sulla base di un piano di intervento che consenta la pulizia capillare del territorio.
- L’ ampliamento della discarica di Pace, già previsto e finanziato dal Piano Regionale Rifiuti con 15 milioni di fondi del commissario; in tale ambito è stato previsto un impianto TMB (separatore Secco – Umido) di circa 600 mila mq.
- Verranno istituiti, formati ed utilizzati un adeguato numero di ispettori ambientali comunali, anche con l’ausilio delle associazioni ambientaliste e di volontariato. Particolare cura dovrà essere rivolta nella sensibilizzazione e nei controlli per migliorare, attraverso imposizione di comportamenti virtuosi, la pulizia dell’ambiente”.