di Marina Pagliaro – A conclusione della presentazione delle liste, che per il sindaco uscente sono state fra le prime a presentarsi, anche il programma per il quinquennio 2018-2023 è stato presentato questa mattina dalla giunta uscente e da Renato Accorinti alla Sede elettorale di Via Garibaldi. “Rispetto a 5 anni fa tante cose sono cambiate – ha detto il sindaco uscente – Non un programma quello con cui ci ripresentiamo ma una visione di mondo che si concretizza in risorse, progetti, bandi e lavori. Per continuare quanto iniziato 5 anni fa siamo costretti a vincere”. Ha ripercorso questi anni di amministrazione, Renato Accorinti, cercando la fiducia da parte degli elettori non soltanto sulla concretezza delle cose realizzate e sulla possibilità di realizzarne altre, ma anche puntando al cambiamento del rapporto istituzionale e di compartecipazione dei cittadini. “Le connivenze con le mafie sono state messe al bando. – ha aggiunto – I mafiosi scappano dal palazzo perché sanno che non c’è spazio per nessuno. Sapete già come abbiamo fatto le cose del resto e non ci fermiamo all’onestà ma ai 333 milioni del MAsterplan che abbiamo intercettati o i 90 milioni del PON”. Già Nina Santisi, Sergio De Cola, Federico Alagna e Gaetano Cacciola sono stati riconfermati come Assessori. “Sono commosso dal lavoro di tutti – ha aggiunto – Il lavoro è stato fatto di squadra per portare avanti la stessa visione declinata in ogni settore. Dopo i prossimi 5 anni lascerò il posto ai giovani”.
Dopo il Sindaco è stata lo volta di ciascun assessore che hanno presentato le motivazioni della ricandidatura. “Chi fa spot contro quanto realizzato da noi e non spiega il perché è contrario non è nemmeno da essere considerato – ha detto Sergio De Cola, rispetto alle polemiche sul Porto di Tremestieri avanzate da Cateno De Luca”. Del riequilibrio si è espresso Guido Signorino che ha realizzato la manovra: “La si definisce bomba a orologeria perché non si è capito la possibilità che offre né la nostra strategia”. La logica di programmazione è stata espressa invece da Nina Santisi. “Il comune si è ripreso il ruolo di regia e regolazione contro anni di gestioni in delega – ha spiegato”. La necessità di vedere la città in un percorso di cambiamento verso una maggiore sensibilità civica ed ecologia è sottolineata da Gaetano Cacciola: “Le nostre non sono state e non sono belle idee ma programmi chiari in cui si sa già come realizzare i progetti e con quali fondi”. Ironico, preciso e combattivo Daniele Ialacqua: “In questi 5 anni le proposte alternative si sono arenate nel consiglio o nelle sabbie mobili delle scrivanie dei dirigenti con l’abito ottocentesco – ha aggiunto – Il segnale dato di cambiamento in questo settore è entrato nella gente e nei lavorati nonché nella cultura dei cittadini. Il vero programma per il futuro è quello che abbiamo fatto in passato”. La concretezza del cambiamento di visione ma anche di concretezza è stato puntualizzato da Federico Alagna: “I risultati raggiunti dipendono dal lavoro della giunta e del sindaco ma soprattutto dalla città e dalle interazioni ricevute che sono state complementari – ha spiegato – Il lavoro è stato capillare ed è stato fondamentale per riavvicinare la gente al palazzo”.
Gli errori sono stati ammessi da tutti. “Aver comunicato male o non aver comunicato affatto quello che stavamo facendo perché eravamo impegnati più a fare che a parlare – ha concluso Nina Santisi – Ma un’altro errore è stato quello di lasciare che si narrasse un’altra città e questo sicuramente non è consentito più soprattutto nell’ultimo anno. La nostra visione è forte ed è questa che ci differenzia dagli altri”.