di Fra giuseppe Maggiore – C’era una volta… solitamente le favole iniziano tutte così, ma ciò che leggerete non è un favola ma una meravigliosa realtà resa possibile da un gruppo di ragazzi guidati da un giovane allenatore e sostenuti da un intero paese, San Fratello.
Molti vi chiederete, dov’è San Fratello? È un piccolo paesino immerso sui monti Nebrodi sorto vicino l’antichissima città greca Apollonia citata da Cicerone nei suoi scritti. Il piccolo borgo fu fondato dai normanni nell’anno mille e poi donato alla Regina Adelaide del Vasto moglie del conte normanno Ruggero e madre di Ruggero II, sepolta nella Cattedrale di Patti. Ancora oggi si parla il gallo-italico dono di quella dominazione. Dalla Rocca forte dove sorgeva l’antico castello normanno il panorama si allarga sino a Bagheria dal lato Palermo e Capo Milazzo lato Messina. A pochi kilometri c’è il meraviglioso bosco appartenete al Parco dei Nebrodi donato dalla Regina Adelaide ai sanfratellani, dove liberi pascolano i suoi veri “ padroni” il suino nero e il cavallo sanfratellano nato dall’incrocio tra il cavallo arabo e il cavallo normanno.
Ancora oggi in questo piccolo paese montano si respira un’atmosfera diversa a tratti sembra di essere immersi nel passato o addirittura in un paese straniero. Negli anni questo piccolo centro in provincia di Messina subisce un grande ridimensionamento a causa di tre frane: la prima nel 1754,l’altra nel 1922 e l’ultima nel 2010.
Il 14 febbraio del 2010 a mezzogiorno la terra iniziò a squarciarsi, chiesa, scuole, case, tutto a terra. Strade che sia aprivano, gente che aveva fatto enormi sacrifici all’estero per costruirsi una dimora si trovava con un fagottino fra le mani e il volto solcato dalle lacrime. Quella che doveva essere la festa degli innamorati si trasformò in un giorno di pianto e di dolore immenso, più di duemila e cinquecento persone rimasero senza casa. Si fermò tutto, scuola, lavoro, sport, venne fuori la fede. San Fratello annovera fra i suoi figli San Benedetto il Moro conosciuto in Africa e in America Latina come San Benito da Palermo. Siamo sicuri che se non è mai morto nessuno in queste frane è perché si ha un grande intercessore presso Dio.
Dicevamo che anche lo sport si è fermato, nel campo sportivo per volontà di una cattiva politica vengono messi i contener che ospiteranno la scuole elementari e medie. Il San Fratello Calcio che militava in promozione va a giocare nei vari paesi limitrofi sino a poi scomparire. I ragazzini della scuola calcio e i giovani della prima squadra nel frattempo si dedicheranno ad altri sport ( sala giochi e bar e altro)
Nel 2014 un gruppo di ragazzi guidati da un giovane tecnico Carmelo Emanuele con la collaborazione di qualche giovane assessore e consigliere riescono a far sgombrare i container dal Campo Sportivo “ Luigi Gagliani” e con l’aiuto dei commercianti e di tutta la popolazione iscrivono la A.S.D. San Fratello al campionato di terza categoria. Subito vincono il campionato e vanno in seconda categoria e proprio ieri riescono a vincere ai play off per disputare il campionato in prima categoria.
Il tecnico Emanuele nel dopo partita dice: “Una gioia immensa per la società per i ragazzi, per i tanti tifosi ma più in generale per l’intero paese. Questa vittoria rappresenta un riscatto sociale per San Fratello, e questa squadra è diventata oggi l’emblema del nostro popolo ancora pesantemente ferito da vicende extra-sportive, ma nonostante le mille difficoltà qui non si molla mai!”. Mentre le ultime parole del giovane mister rendono onore agli avversari: “Faccio i complimenti all’Alcara, giocatori e tifosi meritavano quanto noi di salire in Prima Categoria”.
Questi meravigliosi ragazzi hanno dimostrato di essere duri come la loro rocca forte, testardi e tenaci come i loro cavalli, e forti come le querce del loro bosco. Hanno realizzato un sogno grazie al sostegno di tutta la gente del luogo che ogni domenica seguiva i loro beniamini sostenendoli con un tifo esemplare; bambini, mamme, papà, nonni… tutti al campo sportivo per realizzare un sogno.
Scriviamo questo per evidenziare come si può venir fuori dalle macerie in maniera onesta, con umiltà, senza scendere a compromessi, senza denigrare l’avversario. I ragazzi dell’A.S.D. San Fratello sono tutti figli di grandi lavoratori che gli hanno trasmesso l’amore, lo spirito di abnegazione e di sacrifico, e loro hanno dimostrato in campo a suon di goal non perdendosi in chiacchiere.
Credo che la loro testimonianza possa servire non solo a livello sportivo ma anche nel mondo del lavoro, a livello politico e sociale, perché quello che a San Fratello si è respirato in questi ultimi anni è stato un clima di famiglia, tutti uniti per un solo scopo: la rinascita di un paese franato per vivere tutti meglio e in armonia.
Credo che non sarà così difficile basta amare il luogo e le persone dove viviamo