Tindaro De Luca, l’ultimo dei grandi sarti, ha servito con passione vip, potenti della terra ma anche persone che amavano vestirsi bene. Se n’è andato ieri a Milano, città dove si era trasferito a 22 anni partendo dalla sua Fiumedinisi. Aveva vestito un po’ tutti, dall’emiro “londinese” al magnate degli orologi a Ginevra, dal violinista a Berlino all’uomo di Stato in terra asiatica: la sua prima sartoria la aprì nel 1976 in corso Matteotti e poi dal 1997 in via Del Gesù, nel quadrilatero della moda a due passi da via Montenapoleone.
Nel suo atelier al primo piano di un antico palazzo ha lavorato immerso tra almeno 4000 tagli di stoffa, tra i più rari e pregiati in circolazione. L’annuncio della sua morte è stato dato dalle figlie e dai familiari. I funerali del “maestro” si terranno oggi a Milano alle 14.45 nella chiesa parrocchiale di Santa Maria della Passione: la salma rimarrà esposta per le visite nella Casa Funeraria Milano, in piazza Mistral 9, sino alle ore 14 di oggi. Poi, dopo le esequie, sarà trasferita nel cimitero di Fiumedinisi.
Il maestro Tindaro De Luca si trasferì a Milano per perfezionare l’apprendistato con Giovanni Risuglia, sarto catanese diventato capo tagliatore per Domenico Caraceni.