di Marina Pagliaro – L’ATM non è il fiore all’occhiello paventato dalla Giunta Accorinti. Questo il punto di vista di Mariano Massaro, segretario dell’Orsa, di Lillo Sturiale, segretario della Faisa Cisal, di Angela Rizzo, di CittadinanzAttiva, di Alessandro Tinaglia, di Reset, di Gino Sturniolo, ex consigliere comunale di CmdB e di Paolo Bitto, di Capitale Messina, intervenuti questa mattina per fare il punto sui conti ATM e per mettere in risalto la disapprovazione riguardo l’ultima gestione dirigenziale. Insieme a loro gli avvocati Daniele D’Orazio, legale dell’ORSA, e Filippo Alessi, della Faisa. Dure sono arrivate le accuse di questi lavoratori rappresentati dai sindacati intervenuti oggi che, oltre a lamentare un assetto economico in bilico per i conti dell’ATM, per bocca di Sturniolo e Tinaglia hanno più volte sottolineato il clima di terrore che subiscono alcuni dipendenti.
Secondo quanto evidenziato da Sturniolo dal 2009 al 2016 i debiti dell’ATM derivanti da enti previdenziali (Inps e Inail) e da fornitori sono arrivati a 66 milioni di euro. “Questo vuol dire che l’ATM potrebbe diventare una nuova MessinAmbiente – ha detto Sturniolo – Soltanto grazie ai finanziamenti del comune viene scongiurato il fallimento. E se questi finissero?”. A rincarare la dose anche il leader di Reset. “Dal 2014 al 2016 l’ATM avrebbe dovuto avere i conti in verde. Invece anche l’attuale Giunta ha accumulato ben 16 milioni di euro – ha aggiunto Tinaglia – Inoltre il servizio è antidemocratico: la notte i bus sono vuoti e la zona sud è stata esclusa dal servizio notturno. Perché un bus va ai lidi della zona nord e non a quelli della zona sud?”.
Dito puntato contro il “clima di paura” generato da Giovanni Foti, invece, da Mariano Massaro. “Solo campagna elettorale quella di Cacciola – ha detto – Foti intanto non ha vinto nessun concorso e non si sa bene perché è stato mandato qui. Il dirigente instaura dei rapporti personali con i lavoratori che fa controllare da una commissione di disciplina che ne ha retrocessi alcuni e non altri. Ci dice che dobbiamo fare le multe e si arrabbia se non lo facciamo. Sono vere e proprie persecuzioni personali”. Problematiche, queste, che i sindacalisti minacciano di portare in procura.
Attento agli sviluppi della discussione anche l’Assessore Gaetano Cacciola, presente dall’inizio alla fine del dibattito, e più volte provocato a rispondere e a intervenire. Anche la consigliera comunale uscente Antonella Russo, che ha partecipato alla conferenza stampa, si è fatta portavoce delle istanze dei sindacalisti intervenuti oggi, e ha intimato all’Assessore Cacciola di rispondere agli attacchi prendendo personalmente la parola. “Proprio perché è una conferenza stampa non intendo rispondere in questa sede – ha detto deciso e determinato Cacciola che risponderà nei prossimi giorni sull’argomento – Il vostro è un confronto con i giornalisti, non con me”.
Ulteriore portavoce delle istanze dei lavoratori Angela Rizzo. “Ricevo telefonate dai lavoratori dell’Atm – ha spiegato la rappresentante di Cittadinanzattiva – per comportamento discriminatorio nei confronti di alcuni iscritti all’ORSA a cui è stato fatto divieto di adesione: noi non difendiamo i fannulloni, ma quelli che sono stati promossi e i capò dell’azienda”. E che la giornata sia stata passerella elettorale e politica, difficilmente nascosta dalla denuncia di atti discriminatori, lo si evince dall’ulteriore intervento di Paolo Bitto. “Ci sono 40 milioni di debiti, se fosse una azienda privata sarebbe già fallita – ha esordito, facendo capolino dalla porta della Sala Ovale – Mentre il comune copre i deficit di una mala gestione”.
Mai vista una azienda tanto in crisi, secondo il legale dell’Orsa, Daniele D’Orazio: “Non c’è stata da parte loro nessuna volontà transattiva ma solo quella di posticipare i contenziosi che l’azienda ha accumulato nel corso degli anni. Troppe spese e nessun compromesso per chiudere le questioni”. “Nessuna tutela e dignità per i lavoratori – aggiunge Filippo Alessi, legale della Faisa – Si vive con la paura di parlare”. E da ridire c’è stato anche per il pagamento degli stipendi: “Si è vero che riceviamo gli stipendi puntualmente ogni mese – ha aggiunto Massaro – Ma a volte il 10 del mese, a volte il 5. Ora, guarda un po’, sono arrivati in anticipo. Se non è campagna elettorale questa?”.
Alla giornata presenti anche i consiglieri Libero Gioveni, Santi Daniele Zuccarello e la candidata Maria Flavia Timbro, che hanno preferito fare silenzio sulla vicenda. Una vicenda che vorrebbe a tutti i costi smentire i progressi di una azienda riconosciuti da tutti – politici e non – e sotto gli occhi di tutti cercando di trovare capziosa una dirigenza attenta al rispetto delle regole pretendendolo non soltanto dai cittadini ma anche dai dipendenti. Gli autobus che attraversano la città da nord a sud, i nuovi parcheggi pubblici, i tram che rispettano gli orari, la facilità di emissione del biglietto, le nuove App per garantire sostenibilità al servizio mettono inevitabilmente in dubbio su quanto affermato da tutti questa mattina. E che non fosse “un pretesto da campagna elettorale” non sta certamente a Gaetano Cacciola dimostrarlo.