That’s America: il book club della Gilda che Legge sul “Barile Magico” di Bernard Malamud

di Clarissa Comunale – Ormai è un appuntamento imperdibile. Il terzo appuntamento alla libreria La Gilda dei Narratori, per il readingThat’s America”, guidato da Ignazio Lax e Roberta D’Amico, si è imbattuto tra le pagine dei racconti di uno dei più suggestivi scrittori della letteratura america, Bernard Malamud, con Il Barile Magico (tr. Vincenzo Mantovani, ed. Minimum Fax, €13,00).
Dopo il “minimalismo” di Carver, è stata la volta dello scrittore ebraico, che incanta per lo stile fluido e per la cura ad ogni dettaglio, dalla descrizione di uno sguardo, a quella di un‘emozione (“un’intuizione mostruosa gli fece aggricciare la pelle del cranio…la fissò incredulo, col cuore ridotto a uno strofinaccio”, p. 60), fino ad una città, un quartiere, persino al ghetto (“una luna bianca splendeva sopra il ghetto, illuminandolo come una giornata buia”, p. 214).
Malamud non inventa, crea storie, le plasma, le racconta e le confeziona a portata di ogni lettore. Sono storie di uomini comuni, di vite in cerca di salvezza,di che aprono finestre sul mondo e sulla condizione umana troppo carica di pregiudizi e stereotipi.
La scrittura di Malamud vive il tempo ed è carica del passato:

“Nel dedalo delle strade girovagavano i poveri del giorno d’oggi, tra cui Fidelman, oppresso dalla storia, sebbene, come diceva scherzando tra sè, quella aggiungesse degli anni alla sua vita” (p.214)

La tradizione ebraica, onnipresente, ma mai stereotipata, si estende all’universale e abbraccia, così, l’esistenza umana tout court, tanto da far emergere un’ontologia ebraica che investe qualsiasi essere umano, indipendentemente dalla sua condizione o origine. Il girovagare errante, l’indicibilità e oscurità divina, la salvezza e la colpa, sono solo alcuni dei topoi che si rintracciano in quasi la totalità dei racconti che costituiscono il Barile Magico.
E magica poi diventa, infatti, la scrittura, luogo e modo in cui lo spazio ed il tempo sembrano sovrapporsi e confondersi. Il tormento dello scrittore, l’incertezza della propria fortuna, l’insicurezza delle proprie parole, gli errori, ma anche le idee, gli incontri, gli scambi, il confronto, le correzioni creano quella salvezza che lo stesso Malamud ritrova tra le dita: una salvezza dalla solitudine e dall’ineluttabile certezza del male. Così, le fiamme del barile ove bruciano i racconti di un giovane scrittore tormentato, sono l’espressione dell’intuizione e di quella genialità che prende forma nero su bianco:
“Il barile, un simbolo che non aveva mai concepito prima, eruttava fiamme, sprizzava faville di parole, emetteva un fumo denso come il petrolio. Diventava rosso e incandescente, giallo nauseante, nero – gonfio delle ceneri di ossa umane – facile indovinare di chi” (p. 56).
E nella varietà dei toni, in cui Malamud mescola sapientemente spiritualità ed ironia, senza dimenticare le sfumature fiabesche, nei suoi racconti tratteggia un’immagine inaspettata del nostro paese: austero per la sua cultura, ma gretto e misero per i suoi abitanti, affaristi e approfittatori, corrotti e meschini, traditori e bugiardi. Un’Italia ove in particolare la città di Roma sembra sconfinare al luogo noto per la sola ed unica bellezza artistica, tratteggiando una critica antropologica del tutto negativa.
Roberta D’Amico, a proposito della scrittura di Malamud, ha rilevato quanto questa si trovi molto più concorde alle atmosfere letterarie mitteleuropee, in scrittori come Svevo o Kafka, fino a trovare consonanza nei toni e nelle descrizioni ai dipinti di Chagall: “sembra – ha detto – di poter vedere i protagonisti e i luoghi di Malamud con i colori del grigio, del blu, mentre volano e sovrastano la realtà”, mentre per Lax i racconti di Malamud “hanno un sapore antico, che per lo stile e le tematiche ci riportano agli anni ‘20. Interessante – ha continuato – la funzione degli oggetti, che oltre al loro valore materiale, ne assumono un altro simbolico, creando una scala di immagini che si possono sovrapporre e leggere in vari modi”.
Quarto appuntamento con il book club giovedì 17 maggio, ore 18, libreria La Gilda dei Narratori con Begondi e altri racconti di George Saunders (tr. Cristiana Mennella, ed. Minimum fax, €16,00).

Bernard Malamud (1914-1986) è stato autore di romanzi e racconti. Ha vinto due volte il National Book Award e una volta il premio Pulitzer.Permesso minimum fax è in corso la pubblicazione della sua opera omnia: nellacollana a minimum classics sono già usciti Il migliore, Gli inquilini, Una nuova vita, Ledi te di Dubin e Ritratti di Fidelman.

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