Cinque condanne e un’assoluzione in primo grado. Si è pronunciata la seconda sezione penale di Messina questo pomeriggio sul concorso pilotato alla facoltà di Farmacia dell’Università di Messina. Assolto l’ex rettore Franco Tomasello imputato di omesso controllo sulla composizione della commissione. Condannati invece: a sette anni l’ex preside di Farmacia Giuseppe Bisignano, a sei anni il professore ordinario di Microbiologia Giuseppe Teti, a quattro anni Cesare Grillo il segretario dell’ufficio competente, a un anno e sei mesi l’allora delegata del rettore Maria Chiara Aversa e a un anno il professore di Biochimica dell’Università di Catania Giuseppe Nicoletti. Teti e Bisignano per la durata della pena sono altresì interdetti dai pubblici uffici e non dovranno avere rapporti con la Pubblica amministrazione insieme a Grillo che è stato interdetto anche per 5 anni dai pubblici uffici e dovrà risarcire con 10 mila euro l’Università di Messina. Aversa, Bisignano e Teti dovranno pagare invece 50 mila euro alla parte civile, Salvatore Papasergi, candidato che aveva ottenuto il punteggio più alto all’epoca. Pena sospesa e nessuna menzione della condanna per Aversa e Nicoletti, che dovevano rispondere dei reati di peculato, concussione, abuso d’ufficio e falso. Stralciata dai giudici la posizione di Sandro Ripa.
Gli avvocati difensori sono stati Nino Favazzo, Antonio Stragi, Franco Barbera, Luigi Gangemi e Isabella Barone e Giuseppe Antillo per le parti civili. L’indagine della Guardia di Finanza fu chiamata Pacta Servanda Sunt e portò a settembre del 2013 all’arresto del Preside di Farmacia e del professor Teti, ritenuti responsabili di aver truccato un concorso per ricercatore in Microbiologia allo scopo di pilotarne l’esito in favore del figlio di Bisignano che secondo la Commissione non avrebbe avuto i titoli per vincere il concorso dove a essere favorito era Salvatore Papasergi, costretto a ritirarsi in cambio della promessa di vittoria di un altro concorso.