La variante di tutela ambientale ha da sempre generato diverbi e avuto l’ostacolo da parte di diverse voci contrare. A destare numerose polemiche, in maniera particolare, il nodo legato all’edificabilità del Sito Q, ovvero l’area di Capo Peloro, già ampiamente disseminata di abitati e fabbricati a scapito non soltanto della sicurezza del territorio ma anche del rispetto e della tutela ambientale di un’area preziosa dal punto di vista naturalistico e paesaggistico. Oggi si è pronunciato a riguardo il Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione con sentenza n. 231/2018, depositata in data 24 aprile 2018, dando ragione piena alle scelte fatte dall’Amministrazione.
Il divieto di edificazione nel sito Q della zona di protezione speciale di Capo peloso, secondo quanto si legge nella sentenza, è giustificato dalla “criticità all’interno del sito è un fatto ormai palese, e non basta certo ridimensionare la perdita di suolo riportandolo entro la soglia dell’uno per cento, valore individuato dalle guide metodologiche europee come limite non significativo, per ritenerlo congruo e ammissibile”. L’assenza di un divieto, nel corso di questi mesi di stallo del consiglio comunale, ha fatto sì che si continuasse a edificare nell’area. Da questo momento in poi, continua il CGA, “se prima vigeva il principio di precauzione, adesso si ha finalmente cognizione del grado di cementificazione ed antropizzazione di un’area che effettivamente costituisce l’ultimo lembo di terra dell’isola sul mare dello Stretto e pertanto ancora più preziosa da un punto di vista naturalistico e paesaggistico”.
Soddisfatto in merito l’Assessore ai lavori pubblici Sergio De Cola. “Ricordando che lo studio sugli impatti alla base della sentenza è stato completato a marzo 2015, siamo soddisfatti per avere avuto dal CGA ragione delle scelte portate avanti con impegno. – si legge in una nota – La sentenza consente da oggi agli uffici di lavorare con maggior serenità. Questo pronunciamento è uno spartiacque con il passato e con la cementificazione contraria alle norme comunitarie oltre che inutile e dannosa all’ambiente, anche se consentita dal nostro più che obsoleto PRG. Tuttavia come Amministratore e ancor prima come cittadino, mi rammarica che il Consiglio Comunale abbia di fatto rinunciato a discutere la Variante, rifiutando così di discutere di Politica del Territorio, uno dei temi importanti di cui invece il Consiglio dovrebbe occuparsi, e rinviando di fatto alla magistratura il compito di decidere in sua vece. Desidero ricordare che ancora oggi il Consiglio potrebbe/dovrebbe esitare la Variante poichè si tratta di un atto, che come la stessa Presidente ha scritto in una nota del 24/4/2018, ha carattere di urgenza e quindi può essere discusso anche nei 45 giorni precedenti le elezioni, così come lo schema di Massima del nuovo PRG per cui la Regione assegna al Consiglio 30 giorni di tempo. La sentenza è facilmente reperibile sul sito del CGA e mi auguro che tutti quelli che ci hanno duramente attaccato per le scelte fatte sul sito Q, addirittura tacciandoci di voler fare “un colpo di mano” per bloccare l’edilizia a Messina, possano leggerla e convincersi quale sia la strada che il sistema edilizia deve intraprendere”.
La Sentenza ricorda che dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia UE emerge l’attinenza del principio di precauzione alle valutazioni cui l’Amministrazione è chiamata dalla direttiva Habitat -sentenze 7 settembre 2004, n. 127, punti 56-58; 15 maggio 2014, n. 521, punto 26- quando sia richiesta di autorizzare piani o progetti nelle aree sottoposte alla relativa tutela. Altro principio ribadito dal CGA riguarda l’applicazione dell’art. 5, comma 3, del d.P.R. n. 357/1997 ed ha difatti rimarcato la necessità di avere appunto riguardo, in questa materia, alle incidenze sul sito protetto ricollegabili all’intervento di volta in volta in disamina, “singolarmente o congiuntamente ad altri interventi”.
(N.B.: Nell’immagine il sito Q evidenziato in rosso e la localizzazione degli interventi, i pallini neri in funzione della dimensione indicano il numero di interventi effettuati).