di Marina Pagliaro – Non teme la sua seconda corsa per Palazzo Zanca il candidato Antonio Saitta che questa mattina, durante la prima uscita ufficiale del gruppo che lo sosterrà in coppia con Maria Flavia Timbro, ha parlato come un fiume in piena davanti a una folla che ha riempito il Salone delle Bandiere. Piccoli e simbolici gesti quelli che hanno accompagnato la presentazione nel segno dell’ideale di “unione fra forze” sbandierato a più riprese.
A introdurre i lavori Massimo Parisi, giovane democratico, presente sugli scranni accanto al professore universitario, all’avvocatessa messinese e a tutti i candidati alla presidenza delle circoscrizioni: Giovanni Scopelliti per la prima, Antonino Zullo della seconda, Alessandro Cacciotto per la terza, Placido Smedile della quarta, Franco Laimo per la quinta e Mario Biancuzzo della sesta.
“Non è solo la nostra campagna ma è la campagna di tutti – ha detto Maria Flavia Timbro, prima del ticket a prendere la parola – Il nostro percorso condiviso ha come obiettivo stare accanto ai ragazzi e costruire il futuro. Non ci siamo chiesti cosa dovrebbe fare la città per noi ma cosa noi potremmo fare per la città”. La designata vice sindaco punta sull’attenzione alle periferie, agli ultimi, al lavoro e al patto generazionale che possa far venire meno le distanze fra “mondo dei giovani” e “mondo degli adulti”. “Finora non ci sono state delle vere politiche per i giovani – ha aggiunto – Immagino un movimento permanente per ogni assessorato che possa farsi portavoce delle istanze dei giovani in ogni settore”.
Prevedibilmente presenti oggi anche Giampiero D’Alia, Beppe Picciolo, Pietro Navarra, Pippo Laccoto, Francesco De Domenico e tutti i maggiori sostenitori del centrosinistra compattatosi per le amministrative di giugno. E per spezzare subito il ghiaccio Antonio Saitta ha esordito ironizzando sulle numerose persone presenti: “Partono due whatsapp e poi si riempie la sala – ha detto – Ma in un momento tanto difficile per la politica essere tanti vuol dire avere a cuore le sorti della città”. Come già fatto durante la conferenza stampa di presentazione della sede elettorale, Antonio Saitta non risparmia niente e nessuno. “Nello stesso momento si sta tenendo un altro comizio , una prova tecnica di inciucio – ha detto – ma noi diremo no al populismo, alla consorteria, a questo numero di persone che si candidano a tutto. Noi scegliamo la competenza. Per noi l’unione e la forza”. E contro chi ha parlato di una frattura interna al centrosinistra Saitta ha rintuzzato: “Non esiste nessuna divisione. Anzi la nostra proposta politica accoglie socialisti, liste civiche, e tutti i partiti che hanno sposato il nostro programma”. A essere spaccato, invece, è il centrodestra. “Esploso in quattro candidati – ha aggiunto Saitta – Le vere divisioni ci sono nel centrodestra. E poi chi può credere a un Bramanti dietro cui si nascondono Genovese e Germanà?”. Per non parlare di Gaetano Sciacca e del M5S: “Dice che si propongono tante opere pubbliche – ride Saitta – Ma perché una città di cosa vive?”.
Nessuna pietà nemmeno per l’attuale amministrazione. “Messina è stata trascurata al punto che per vedere le strade pulite dobbiamo aspettare lo scirocco – ha detto – Pensavamo che gli ultimi cinque anni portassero sviluppo e invece così non è stato. La demagogia ha fallito e ha fatto mala politica. – ha continuato Saitta – E se fossi stato io al G7…altro che salire sulla sedia, avrei invitato invece le First Ladies a venire al Museo di Messina”. Lontano da discorsi accademici, ma con un linguaggio che è riuscito a essere vicino a un vasto pubblico, il discorso di Antonio Saitta ha centrato diversi temi, fra cui anche quello della mafia. “Messina è una città mafiosa con una mentalità mafiosa – ha detto – Questo è il vero male da estirpare”.
Turismo, lavoro, abolizione del pedaggio di Villafranca, relazione con l’autorità portuale, sostegno ai commercianti e tutela dell’ambiente con l’implemento della raccolta differenziata. Questi alcuni dei punti in programma per Saitta Sindaco. “Chi ce lo fa fare? – ha chiosato guardando Maria Flavia – Non la logica demagogica, né tanto meno la mentalità da marmellata scaduta. Ma i nostri valori: famiglia, lavoro, storia e libertà”.