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La vita non è una preposizione semplice. Piuttosto, è una preposizione decisamente articolata, financo disarticolata, che da una pre-posizione eretta ci conduce ad una post-posizione coricata, e finisce il teatro, si spengono le luci, si chiude il sipario. In mezzo, l’abuso sulla nostra impotenza. Il sangue ci lega, il coito ci tramanda, la terra ci accoglie. E il mondo continua a compiersi senza la nostra presenza. Quindi cosa vuole ancora il protagonista del monologo Il Signor Dopodomani da questa terribile meraviglia che è la vita? Si presenta in scena vestito con un vecchio frac, e ci parla da un lontano luogo della sua memoria. Anzi, non parla a noi, ma registra un messaggio per il suo grande amore, durato una eternità di soli tre anni, e mai più dimenticato. Ada si è portata via la sua felicità, e lui ha trascorso i giorni a venire senza più riuscire a viverseli per come avrebbero meritato. Prima che scomparisse per sempre, di lei gli è rimasta soltanto una audiocassetta, con dentro canzoni, voci e rumori dei loro anni insieme, ultima testimonianza di ciò che era stato il loro meraviglioso amore. Cosa si ostina a cerca, il nostro uomo in frac? Una vendetta! Implacabile, feroce, definitiva, affinchè lo salvi finalmente da tutto quel suo immenso dolore.
Il Signor Dopodomani al Teatro dei 3 Mestieri, giovedì 19 aprile alle ore 21:00
Un monologo di Domenico Loddo
con Stefano Cutrupi
regia Roberto Zorn Bonaventura
Aiuto regia Marcantonio Pinizzotto
Elementi scenici Carlo Omodei
Costumi Aurora Melito
Foto di scena Giuseppe Contarini
Locandina Riccardo Bonaventura
Produzione Teatro dei 3 Mestieri