di Giuseppe Contarini – Ormai la mia vita è decisamente cambiata. Da quando sono l’Esperto Ignorante la gente per strada inizia a riconoscermi: diciamo che è tutta gente che mi conosceva pure prima, effettivamente ancora nessuno nuovo, ma almeno ora sanno che sono io l’Esperto Ignorante.
Non lo so se questo sia un bene per me, Messina è una Città un po’ permalosa che si prende troppo sul serio, di solito i personaggi nei vari ambiti si presentano tutti ben mascherati, con i loro costumi di scena. Io invece no, sempre per questa mania di fare il diverso, ma chi mi porta a ficcarmi in questi casini; lo so, mi finirà male, al ballo mascherato della celebrità non sarò invitato ma forse riuscirò ad imbucarmi.
Ero che camminavo da solo sul Corso Cavour, quando ricevo una telefonata. Era il Presidente del Teatro Vittorio Emanuele, Luciano Fiorino, rispondo subito, ma in realtà era un disco registrato, come quelli di Accorinti: avvisava un’ allerta Silvio Orlando, chiedeva a tutti i contatti della sua rubrica di non chiamarlo al cellulare durante la permanenza a Messina di Silvio Orlando, per evitare che il telefono squillasse proprio mentre stava per farsi un selfie con l’attore, invitava tutti a scrivergli su watsapp.
Penso che questa cosa della telefonata registrata è bellissima, devo chiederla alla mia direttrice Palmira Mancuso, pure io voglio la voce registrata che avvisa un Allerta Esperto Ignorante nei Teatri Messinesi.
Mi avvicino alla bella bacheca della Sala Laudamo, vedo che va in scena uno spettacolo di Daniele Gonciaruk, noto che ha usato una mia fotografia, sono contento che le mie foto siano così usate, sono anche fotografo, ormai lo sapete. Fuori c’è un po’ di gente, temo il sold out, io ho pochi sold out, ultimamente tutti parlano di sold out, inseguono il sold out, anche con i metodi di marketing ignorante di base “affrettatevi i posti stanno per finire” oppure “prenotate subito”, “andare a teatro è importante”, insomma dovete stare calmi, mi viene l’ansia, questa situazione da Mercato Teatrale non mi convince molto, mi aspetto che un giorno esca la promozione: “Svendita totale, causa chiusura ultimi spettacoli a cinque euro”, tutto ciò merita un’analisi più attenta, forse in futuro, adesso i problemi sono ben altri.
Stasera però la mia astinenza da Teatro inizia a sfociare in malessere fisico, ho bisogno di spacciatori seri, gente che non scherza, ho bisogno di roba forte, cosi chiedo a Siri, la mia migliore amica, dico: Dose-Teatro–Spaccio-Roba forte-dove? Siri risponde: Clan Off Teatro, Via Trento 4; vado subito.
Il luogo è un po’ nascosto, sembra uno di quei locali loschi tipici americani, quelli che bussi nella porta metallica, dici la parola d’ordine ed entri.
Non c’è nessuna parola d’ordine, dentro mi aspettavo di trovare vecchi Detective che bevono whisky e ballerine seminude sul tavolo, ma non ho trovato nemmeno quelle (un po’ mi dispiace), era un posto molto accogliente e ben curato, individuo subito i due spacciatori, meglio non fare nomi, ma uno è bello e l’atro è simpatico, chiedo se hanno roba forte, loro solo con lo sguardo mi fanno capire che devo stare tranquillo, sono nel posto giusto, mi dicono abbiamo: La Malafesta, di Rino Marino, Compagnia Marino-Ferracane, con: Fabrizio Ferracane e Rino Marino, una dose dieci euro; accetto.
Mi siedo, si spengono le luci, inizia il mio viaggio; il Teatro compare dal buio e dal silenzio, e a volte, scompare con i telefonini che suonano in sala, ci sono due attori, raccontano la loro storia, ed io non sento nessun bisogno di aggiungere altro, soddisfo la mia necessità e sto bene cosi, tanta bellezza in un’unica dose, qualcuno dice che il Teatro comincia quando si esce dalla sala, si, gli effetti della roba buona durano nel tempo.
Saluto, ringrazio e vado via, La Malafesta viene con me.