di Marina Pagliaro – Progetti concreti di accoglienza oltre i confini culturali e le barriere dei pregiudizi verso la creazione di una società veramente multiculturale grazie a un lavoro di rete. Questo è l’impegno dei tanti nomi e volti e che si riuniscono sotto la grande struttura di “Arrival Cities“, inserito nell’ambito di URBACT III. Il progetto, coordinato dall’Assessora per le politiche Sociali Nina Santisi, ha reso dal 2015 a oggi Messina una città modello di accoglienza che esporta anche in Europa la concretezza della sua esperienza di città d’arrivo dei migranti. Oggi nei locali del Centro Polifunzionale I’m di Via F. Bisazza nell’ambito dell’evento dal titolo “Verso un Piano integrato di Azione Sociale per le politiche dell’accoglienza” si è svolto il secondo incontro di consultazione pubblica, che ha riunito le voci del gruppo di Supporto Locale del progetto e di chi quotidianamente fa esperienza della migrazione, adoperandosi lungo tutto il percorso che va dall’accoglienza immediata, all’integrazione più ampia nelle scuole, nelle famiglie e nei centri della città.
Ad aprire i lavori Nina Santisi che ha riassunto le fasi del progetto di interlocuzione fra Messina e l’Unione Europea. Un dialogo che nasce intanto a livello locale, grazie alla sinergia fra associazioni, scuole ed enti che hanno progettato il modello di accoglienza messinese esportato su scala europea in diverse riunioni e tavoli tecnici che culmineranno con la presenza di Messina a Bruxelles il 24 Aprile che, insieme a tutte le altre “Città d’arrivo“ più importanti del continente, aderirà al definitivo Piano di Azione locale condiviso da tutte le partecipanti. “Il piano integrato di azione locale è qualcosa che sento come strettamente collegato al mio mandato – ha detto l’Assessora – Tutto è iniziato quando sono arrivata e adesso, quasi al termine questa amministrazione, stiamo per consegnare alla città un programma di inclusione dei migranti che va oltre lo stadio dell’emergenza e che può funzionare nel tempo”. L’obiettivo europeo e locale è stato quello di mettere a fuoco debolezze e criticità del fenomeno cercando di trovare delle soluzioni. “Il nostro lavoro è fatto di relazioni – ha aggiunto – per questo motivo si è lavorato senza prescindere dal dialogo con tutte le voci coinvolte”. Oltre ad Arrival Cities Messina è stata capofila anche per quanto riguarda il modello SPRAR e la gestione dei MISNA.
“Il Piano di azione locale è stato pensato per una comunità smart che sappia offrire contenuti veri di integrazione – ha detto Giacomo Villari, coordinatore di Arrival Cities – Messina è una città multiculturale che non denuncia episodi gravi di razzismo e ha dimostrato di essere virtuosa anche negli SPRAR”. A fare la disamina dei numeri di migranti che sono arrivati negli ultimi anni in città e a spiegare come sta cambiando il flusso migratorio anche in relazione ai servizi offerti a Messina Sara Tornesi, assistente sociale del Comune di Messina e referente per il dipartimento Sociale. “Oggi arrivano tante donne incinta o con bambini piccoli rispetto a due anni fa – ha spiegato – Un segnale da non sottovalutare soprattutto quando una volta qui devono ricostruire la loro quotidianità, venendo da una situazione di partenza che ha devastato queste donne psicologicamente”.
Per la costituzione del Piano Integrato di Azione locale all’interno di Arrival Cities è stato fondamentale il ruolo delle diverse figure del Gruppo di Supporto locale. Giuseppe Silvestro, di Medihospes Onlus, ha illustrato il programma FAMI di orientamento dei migranti al lavoro; Fatima Trimarchi, docente dell’IIS “Antonello”, ha spiegato come si articola il lavoro di insegnamento dell’italiano e di tutte le altre discipline nell’ambito strettamente scolastico; Luisa Crupi e Angelo Scolaro, dell’Associazione Kora, hanno spiegato il loro progetto di alfabetizzazione come costituzione di una identità multiculturale a partire dall’insegnamento dell’italiano non come lingua ma come luogo di scambio di esperienze da costruire nella reciprocità; Santino Tornesi, dell’Ufficio Migrantes di Messina, ha esaminato la centralità del ruolo dell’Amministrazione nella gestione della migrazione, presentando anche i dati di progresso economico e sociale per l’Italia ma soprattutto per Messina, che si afferma come III provincia di Sicilia per la presenza di stranieri. Particolarmente toccate la testimonianza della famiglia Vinci che ha aperto le porte della propria casa a tanti bambini e ragazzi adottandoli e garantendo loro istruzione e poi il lavoro. “Per noi sono stati e sono dei figli veri e propri – ha detto la Sig.ra Vinci – Il mio invito è rivolto a tutte le comunità: bisogna aprire le porte e far conoscere questi ragazzi a tutti i messinesi invitandoli a non avere paura di passare con loro un pomeriggio o di invitarli per un pranzo a casa”.
Infine Palmira Mancuso, Direttore di MessinaOra.it, ha spiegato l’importanza del ruolo dei media nel racconto del fenomeno della migrazione e come i giornali veicolano una immagine spesso sbagliata della realtà della migrazione anche a partire da un uso improprio del linguaggio. La giornalista ha raccontato la sua personale esperienza lo scorso anno come esperta di comunicazione sulla nave Aquarius per la SOS Mediterranée. “Il mio ruolo di giornalista proveniente da Messina, che vive ogni giorno il fenomeno della migrazione, mi ha spinto a fare questa esperienza come forma di responsabilità personale – ha detto – La chiave è fare sempre del proprio meglio proprio perché il ruolo del giornalista è quello di mediare fra i fatti e chi deve conoscerli. La scelta dipende dalla responsabilità sociale che ciascuno sente e che porta a evitare anche le titolazioni scorrette per raccontare, invece, la verità”.
Al termine dell’incontro anche il Sindaco Renato Accorinti ha portato i suoi saluti. “Dal 2015 a oggi abbiamo cercato di modificare tutto ciò che riguarda l’accoglienza a Messina – ha detto – Le istituzioni hanno avuto un ruolo importantissimo nel cercare di portare l’esempio di Messina in Europa. Ci sono aspetti indubbiamente che vanno migliorati e il lavoro è ancora tanto, ma sicuramente quanto fatto finora fa capire che siamo sulla buona strada e che da questo momento in poi tutto è stato impostato affinché si possa continuare a progettare una città veramente accogliente e adatta a tutti”.