di Marina Pagliaro – Un passo quasi obbligato dopo aver lasciato anche il partito quello di Pippo Trischitta che questa mattina ha presentato le sue dimissioni da consigliere comunale. Ha rimosso anche la bandiera di Forza Italia dalla stanza del gruppo dove non entrerà più dopo aver anche tagliato definitivamente i ponti con quel partito in cui lui ha tanto creduto ma che, come ripete ormai da mesi, “mi ha tradito scegliendo Bramanti e il centro convenienza”. Una decisione presa certamente a malincuore ma che si è resa necessaria perché in alternativa Pippo Trischitta avrebbe dovuto far parte in consiglio comunale del Gruppo Misto. Scelta, questa, a cui non avrebbe mai ceduto il passo anche se soltanto per qualche settimana. “Mi dispiace dopo 15 anni lasciare il consiglio comunale – ha detto questa mattina durante le dimissioni – Ci ho pensato a lungo stanotte, ma non posso stare qui e devo mantanere la mia coerenza”.
E adesso Trischitta si dedicherà soltanto alla sua campagna elettorale per la corsa a Sindaco di Messina. “Bramanti ha un fascino che io non capisco. Sta incontrando in gran segreto tutte le persone che lo sosterranno a Sindaco che hanno fatto finta di non farlo durante la sua presentazione di sabato – ha continuato – Adesso io voglio visitare tutte le sedi satellite dell’IRCCS di Sicilia per capire cosa lega Bramanti a Musumeci e a Razza. Sono in gioco 400 milioni per l’IRCSS e voglio vederci chiaro“. E non si fermerà certamente qui la sua azione di approfondimento sulla figura di Bramanti. Pippo Trischitta, infatti, si rivolgerà anche a Raffaele Cantone e all’Autorità nazionale anticorruzione per richiedere un parere su Placido Bramanti e su Gaetano Sciacca. “Bramanti è inconferibile – spiega – Sciacca è sia ineleggibile che inconferibile, ma lo diranno loro a cui chiederò un parere, nella speranza che arrivi prima delle elezioni”.
Ha tracciato, infine, un bilancio della sua attività politica a Palazzo Zanca. “Sono stato eletto qui con Alleanza Nazionale per la prima volta – ha detto – Mi hanno scelto come capogruppo due volte e sono stato anche Vice Presidente del Consiglio. Ho rappresentato questo partito con amore e sono stato presente sempre. Ho votato di volta in volta per il bene della città e solo se ero convinto di farlo. Invece mi hanno tradito tutti”. Dito puntato anche contro Santi Formica, da Trischitta sostenuto sempre, ma che questa volta si è schierato con Placido Bramanti. “L’unica a chiamarmi è stata Matilde Siracusano – aggiunge”. Ma queste dimissioni non sembrano aver comunque tolto vigore a Trischitta nella sua campagna elettorale, che conclude: “Bramanti, senza Genovese, arriverebbe al sesto posto. Io arriverò al ballottaggio senza il bisogno di essere supportato da nessuno”.