di Marina Pagliaro – Ha sentito la sua candidatura come una “chiamata dall’alto” in cui a sceglierlo è stato il Presidente della Regione Nello Musumeci e per lui tanto è bastato per dire “si” e fare una “scelta senza ritorno”. Questa mattina Placido Bramanti ha presentato la sua politica 3.0 al Teatro Vittorio Emanuele. Si chiama Modello Messina questo progetto di cui lui vuol farsi portavoce senza partiti e senza stemmi, ma basandosi sulla forza del dialogo fra forze politiche. Forze politiche, prevalentemente di centrodestra, che comunque non erano presenti nel Foyer pieno davanti a cui ha parlato dei suoi progetti. “Non mi abbasserò di certo ad attaccare chi mi attacca – ha detto nel breve discorso di presentazione che ha tenuto – Per me è importante sedersi al tavolo tecnico e capire come trovare fondi per Messina”. Parole queste rivolte anche agli avversari. “Per me Renato Accorinti è un amico – ha aggiunto – Dialogherò con lui, con Emilia Barrile, con chiunque voglia impegnarsi per cambiare Messina”.
Il primo passo, intanto, sarà quello di lasciare la sua stanza da Sindaco per darla ai giovani che vorranno collaborare con lui per migliorare una Messina a cui lui si sente fortemente legato. “Del resto il mio nome dice tutto – ha esordito – Sono nato vicino al Duomo, ho studiato al Seguenza e all’Università di Messina, dopo la specializzazione fuori sono tornato per stare qui”. E anche se il suo curriculum non vanta esperienza politica di alcun tipo, Bramanti non teme comunque l’impegno. “L’ho detto anche a Musumeci, io di politica non ne capisco niente ma posso fare come ho fatto sul lavoro – ha spiegato”. Secondo passo? Un referendum fra i messinesi per sapere cosa ne pensano e se fare o no il ponte.
Nessun programma elettorale il suo, proprio perché punta pragmaticamente a proiettare Messina a Palermo, poi a Roma e infine a Bruxelles. “Noi siamo buddaci, ma il c*** a prendere i soldi dell’Europa non lo alziamo mai dalla sedia! – ha sbottato”. Le poltrone, poi, saranno occupate da chi merita di sedere a Palazzo Zanca al di fuori dei legami di amicizia. “Il modello Messina segue una logica di inclusione – ha detto – Se si vuole volare alto per risolvere i problemi della città ci si deve mettere a pensare a cosa vuol dire avere il 25% di disoccupazione, il calo del 10% delle nascite e i numeri di giovani che lasciano Messina che cresce di anno in anno”.
Nessuna protesta, ma solo proposte quindi che non si articolano in programmi elettorali populistici ma che nelle prossime settimane, si impegneranno a essere dialogo con cittadini, società civile e forze politiche in campo per costruire la nuova politica di cui Placido Bramanti vuole farsi portavoce. “Se non vinco io un lavoro ce l’ho – ha sottolineato – Se vinco sarà il primo ed ultimo mandato perché non ho intenzione di rimanere attaccato alla poltrona ma voglio avviare un processo che gli altri proseguiranno dopo di me”.
Nonostante le critiche ricevute prima che ufficializzasse la sua candidatura non è questo che Bramanti teme. “Io sento solo il peso delle aspettative di chi mi vuole Sindaco perché in me ci crede – ha chiosato – è una missione impossibile questa ma sono fiducioso perché soltanto l’impegno per Messina porterà alla conquista di grandi risultati“.