Bramanti ufficializza la candidatura, CmdB: “Chiarisca la sua posizione rispetto all’IRCCS, esperienza Sindoni sia monito”

L’ufficializzazione della candidatura di Dino Bramanti è arrivata fra sabato e domenica, dopo il via libera anche da parte di Nello Musumeci. Una scelta “civica” del direttore scientifico dell’IRCCS Neurolesi che ha voluto affidare alle pagine della Gazzetta del Sud la notizia della definitività della sua scelta. A esporre tutte le perplessità riguardo la sua incompatibilità fra la candidatura e il ruolo ricoperto all’IRCSS, non soltanto Pippo Trischitta che a più riprese e in diverse occasioni ha già reso noti i motivi di contrasto. Anche Cambiamo Messina dal Basso, infatti, ha espresso la discordia fra il ruolo ricoperto da Bramanti all’IRCSS e quello di sindaco, richiamandosi al caso Sindoni

“La possibile candidatura di un direttore IRCCS a sindaco di Messina desta in questi giorni alcune perplessità non di poco conto. – scrivono in una nota –  L’esperienza di Donatella Sindoni, consigliera comunale del PD, decaduta dopo ben 4 anni di tira e molla legali, in quanto titolare di un laboratorio di analisi convenzionato con l’ASP, evidentemente non ha insegnato nulla. Sebbene le cause di ineleggibilità fossero state sollevate da subito, c’è voluto il tempo di un processo, di pareri legali e infine il pronunciamento della Corte d’Appello per rimuoverla dalla poltrona. La legge regionale in merito forse può risultare poco chiara, “sono ineleggibili i direttori generali, i direttori amministrativi e i direttori sanitari delle aziende unità sanitarie locali, delle aziende ospedaliere e delle aziende policlinico universitarie esistenti nel territorio della Regione”.
La Regione Lombardia in tal senso ha voluto fare chiarezza, specificando nel dettaglio le fattispecie di ineleggibilità, e includendo i direttori di IRCCS. Stabilire se, in Sicilia, la cosa riguardi anche il direttore scientifico di un istituto IRCCS lo lasciamo dire agli avvocati (e speriamo non ai magistrati, in un secondo momento). – prosegue la nota – Sì, è vero, ci si può candidare, poi fare ricorso ed eventualmente andare in appello, e nel frattempo governare la città, amministrare potere, gestire la cosa pubblica. E poi quando una Corte d’Appello ne dichiarasse la decadenza, saranno passati gli anni, senza che nessuno ne paghi più il conto. Per questo, Cambiamo Messina dal Basso, dopo cinque anni continuativi di amministrazione cui la città non era abituata da decenni, chiede al candidato Bramanti e ai partiti che lo sostengono, un atto di responsabilità, volendo chiarire prima del momento elettorale la totale trasparenza dell’operazione, assumendosene pubblicamente la responsabilità morale, oltre che legale, di fronte a tutta la città”.

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