La magistratura palermitana ha chiesto di verificare i contratti ancora in vigore, la loro congruità, se ci sono nel personale assunti parenti di dirigenti e amministratori di enti pubblici. Per questo motivo il tribunale ha deciso di nominare un commissario giudiziale per appurare la regolare esecuzione dei contratti e capire i legami che ci sarebbero tra il personale della ditta specializzata nei trasporti marittimi e i burocrati che, negli anni passati, hanno gestito gli iter che avrebbero favorito gli armatori trapanesi.
Il provvedimento nei confronti della “Liberty Lines fa seguito a quanto emerso – come spiegano i carabinieri – nel corso dell’inchiesta Mare Monstrum del maggio scorso.
Secondo gli inquirenti Morace avrebbe stretto un patto con la dirigente Salvatrice Severino, che avrebbe portato anche a un’erogazione di dieci milioni di euro a titolo di compensazioni finanziarie per prestazioni che però non sarebbero state mai rese dalla Ustica Lines spa, altra impresa riconducibile a Vittorio Morace. In cambio Severino avrebbe ottenuto beni di lusso e l’assunzione della figlia.
Ma nelle carte dell’inchiesta sono finiti altri nomi illustri: l’ex sindaco di Trapani e deputato di Forza Italia, Mimmo Fazio, la ex parlamentare nazionale Simona Vicari, l’ex presidente Rosario Crocetta, che si è sempre difeso dalle accuse di corruzioni che riguarderebbero un presunto finanziamento da parte di Morace al movimento politico dell’ex governatore. «Sarei il primo presidente della Regione che prende una tangente con un bonifico», commentò Crocetta all’indomani dello scandalo.