Oggi la Cgil di Messina con due momenti ha ricordato i fatti del 7 marzo 1947 avvenuti a Messina durante una manifestazione di lavoratori e cittadini. Una delegazione della Cgil guidata dal segretario generale Giovanni Mastroeni ha deposto dei fiori sulla lapide di piazza Unità d’Italia realizzata in memoria dei tre morti di quel giorno in cui rimasero anche ferite diverse persone.
A seguire una partecipata iniziativa nella sede della Cgil con significativi interventi e la presenza delle figlie di Biagio Pellegrino, una delle tre vittime rimaste per terra mentre si manifestava per i diritti.
L’incontro commemorativo ha registrato l’intensa poesia della professoressa Francesca Spadaro “I martiri du travagghiu U setti i Marzu du millienovicentuquarantasetti Pi ricordu i Biagiu Pellegrinu”, gli interventi dell’editore Armando Siciliano, di Ettore Cappuccio che ha letto i ricordi e l’importante testimonianza del padre avvocato Giuseppe contenuti nel suo libro di memorie intitolato “Frammenti della storia recente di Messina” e del professore Giuseppe Ramires che ha curato alcuni articoli.
Il 7 marzo del 1947 davanti alla Prefettura lavoratori, sindacalisti, cittadini si erano radunati in tanti per protestare contro l’applicazione delle nuove imposte di consumo sui generi di prima necessità e per la mancata osservanza del contratto nazionale che stabiliva un aumento del 15% ai lavoratori dell’industria. Una partecipata protesta per il pane e il lavoro che si concluse con spari sulla folla da parte delle forze dell’ordine e con l’uccisione di tre manifestanti, il commerciante Giuseppe Maiorana di 41 anni, il manovale Biagio Pellegrino di 34 anni padre di quattro figli e l’operaio Giuseppe Lo Vecchio di 19 anni. La Cgilcon l’ulteriore momento di ricordo organizzato ha voluto evidenziare il dovere della memoria rispetto a questo grave fatto messinese dell’Italia post-bellica.