Dimissioni virtuali quelle di Matteo Renzi, che dopo una giornata di silenzio pubblico e di incontri nel suo studio, ha parlato ai giornalisti specificando che al termine della fase di insediamento del nuovo parlamento e della formazione del nuovo governo si aprirà la fase congressuale. In parole povere se ne riparla a maggio se tutto va liscio, e qualcuno ricorderà ancora di quando erano state annunciate le dimissioni.
Tra chi gli chiedeva un passo indietro e invece chi come Maria Elena Boschi lo invitava a restare saldo al suo posto, ecco trovato un buon compromesso rimandando la resa dei conti richiesta dalle minoranze di un partito punito dal voto che ha consegnato il paese ad un rebus poitico di cui adesso è chiamato a risolvere il Presidente Mattarella.
Renzi ha promesso un’analisi della sconfitta e delle sconfitte che hanno visto il Pd perdere il 20% in quattordici mesi. Ma per adesso, ci sono altre priorità.
“Abbiamo riconosciuto con chiarezza che si tratta di una sconfitta netta. Oggi chi ha vinto è vittima del No al referendum del 2016” ha detto Renzi. (Pal.Ma)